“ESSERE FOLLEMENTE LIBERI”-(MT 17,21-26)- Lunedì 19ma T.Ord
Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Matteo 17,22-27.
In quel tempo, mentre si trovavano insieme in Galilea, Gesù disse loro: «Il Figlio dell’uomo sta per esser consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno, ma il terzo giorno risorgerà». Ed essi furono molto rattristati. Venuti a Cafarnao, si avvicinarono a Pietro gli esattori della tassa per il tempio e gli dissero: «Il vostro maestro non paga la tassa per il tempio?».
Rispose: «Sì». Mentre entrava in casa, Gesù lo prevenne dicendo: «Che cosa ti pare, Simone? I re di questa terra da chi riscuotono le tasse e i tributi? Dai propri figli o dagli altri?».
Rispose: «Dagli estranei». E Gesù: «Quindi i figli sono esenti.
Ma perché non si scandalizzino, và al mare, getta l’amo e il primo pesce che viene prendilo, aprigli la bocca e vi troverai una moneta d’argento. Prendila e consegnala a loro per me e per te».
RIFLESSIONE
Essere discepoli di Gesù è essere liberi. Ma occorre capire cosa è la libertà. Gesù con grande ironia gioca su un episodio. I re fanno pagare tributi ai figli? No. Perché i figli sono liberi. Noi di chi siamo figli? Di Dio, di colui che la vita l’ha creata. Non è allora dai tributi, leggi e costumi di questo mondo che dobbiamo essere liberi, perché i cristiani vivono da responsabili in questa storia… Ma dobbiamo essere liberi dal far si che questi diventino il nostro idolo, la nostra priorità, liberi dal pericolo che abbiamo il potere di decidere la nostra felicità. Un pazzo distacco pur vivendole, perché il distacco è motivato da un attaccamento: a Cristo Amore.