#9giugno “IN MEZZO ALLA NOSTRA UMANITÀ FRAGILE SPUNTA UN FIORE” (Venerdì 9a del Tempo Ordinario)
VANGELO
Mc 12,35-37
In quel tempo, insegnando nel tempio, Gesù diceva: «Come mai gli scribi dicono che il Cristo è figlio di Davide? Disse infatti Davide stesso, mosso dallo Spirito Santo:
“Disse il Signore al mio Signore:
Siedi alla mia destra,
finché io ponga i tuoi nemici
sotto i tuoi piedi”.
Davide stesso lo chiama Signore: da dove risulta che è suo figlio?».
E la folla numerosa lo ascoltava volentieri.
Che paradosso Gesù, ci fai davvero impazzire per capirti.
Davide il Re lo chiama Signore come può mai essere Suo Figlio. Eppure lo chiama “suo figlio” anche la povera ragazza di Nazareth che ha accettato questa storia. Lo chiama “figlio” anche Giuseppe, un povero artigiano.
La bellezza e la grandezza di Dio in Gesù é qui. Dio non è un idea, è amore da toccare, vivere, condividere. E nulla è più tangibile, vivibile, condivisibile della nostra carne umana, della nostra storia umana… Cariche anche di mille fragilità. Hai scelto Gesù un “albero genealogico”, quello di Davide, non dei migliori ci sono personaggi che ne hanno combinato di casini. Diciamo in genere tra noi uomini. Lo hai fatto perché solo amando la nostra fragilità potevi dimostrare che sei Amore vero e che solo in te possiamo risollevare la nostra umanità.