#17Ottobre2018 “APPARENZA E VERGOGNA” (Mercoledì 28ma Tempo Ordinario)
Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Luca 11,42-46.
Guai a voi, farisei, che avete cari i primi posti nelle sinagoghe e i saluti sulle piazze.
Guai a voi perché siete come quei sepolcri che non si vedono e la gente vi passa sopra senza saperlo».
Uno dei dottori della legge intervenne: «Maestro, dicendo questo, offendi anche noi».
Egli rispose: «Guai anche a voi, dottori della legge, che caricate gli uomini di pesi insopportabili, e quei pesi voi non li toccate nemmeno con un dito!».
RIFLESSIONE
Apparenza e vergogna due parole che mi vengono in mente davanti a questo brano.
Spesso diventiamo schiavi della nostra apparenza. Teniamo così tanto all’immagine di noi, al far vedere agli altri ciò che vogliono vedere e ci fa star bene il loro ritorno che siamo capaci di mentire a noi stessi e fare di tutto. Concentrarci su cose esteriori, svenderci a cose misere.
Questo succede perché abbiamo perso il senso della vergogna. Lo ha detto Papa Francesco il venerdì Santo. “la vergogna di provare vergogna”. Dobbiamo recuperare il senso del limite del male, recuperare la vergogna non come frustrazione ma come senso del limite. L’apparenza è capace di farci fare di tutto, anche l’elemosina, la carità, trasformare gesti nobili in strumenti di cattiveria.
Rivediamoci. Siamo noi stessi? O cerchiamo di apparire? Cerchiamo di costruire un immagine. Si ama e costruisce con sé stessi, carne ed ossa, pregi e difetti, fragilità estreme e bellezze eclatanti. Sulle immagini non si costruisce, crolla tutto.