“2 NOVEMBRE AL CIMITERO…CI VEDIAMO IL 9…” (#02Novembre2018 – Commemorazione dei Fedeli Defunti)
A cura del Prof. Massimiliano Arena
Oggi giorno della Commemorazione dei Fedeli Defunti, tutti da buoni cristiani (o semplicemente buoni uomini) ci rechiamo al cimitero. La raccomandazione di tutte le nonne nella giornata di oggi, o dal pranzo di ieri di Ognissanti, è “Mi raccomando al cimitero”.
E si, perchè se non ci vai cosa deve dire la gente. In tanti paesini (anche paesi più grandi) è il giorno in cui si passa dalle tombe e si dice “guarda, non è venuta a mettere i fiori al marito”…..oppure “oh vedi, non ci sta il figlio di quello oggi, avranno litigato”.
Cosi, il luogo di sacro silenzio diventa una succursale della via centrale del paese.
Ed ora mi direte “ma che dici, ora ci dirai che non dobbiamo andarci? Ma si può, che non dobbiamo andare il giorno dei morti al cimitero, si usa”.
Sull’andare o non andare ognuno fa quel che vuole, resta però ferma una domanda, che per onestà intellettuale e per essere almeno onesti con noi stessi dobbiamo farci:
Ma perchè ci andiamo al cimitero in questo giorno? Qual’è il senso?
Facciamo la “visita” ai morti diciamo. Qualcuno risponde “non ho bisogno di andare li, i miei cari me li ricordo ogni giorno”. Tutti hanno ragione, perchè resta fermo che ognuno fa quel che vuole.
Ma la domanda resta: questa visita “a domicilio”…o questo ricordo “dal domicilio” perchè lo facciamo? Che bisogno abbiamo di ricordare i defunti? Solo questione affettiva? Solo perchè ci mancano? Solo perchè dobbiamo portare i bambini a ringraziare per le calze con cioccolate ricevute?
Il senso della nascita di questa festa è legato al senso del giorno precedente, di Ognissanti (anch’esso dimenticato come ci dicevamo nella Riflessione di ieri – clicca qui per leggerla).
Ricordare i Santi perchè sono uomini meravigliosi che ci sono riusciti a vivere questa vita scoprendo che la felicità non è questione di giorni, di eventi, di parole, ma questione di scelte, che costa fatica costruirla e che non è il momento a donartela ma la promessa per cui scegli di vivere in un determinato modo.
Ricordare i defunti è ricordare altri uomini che hanno fatto ciò, quelli non famosi, quelli della nostra famiglia. Visitando il cimitero ci siamo mai chiesti come ha vissuto quello zio? Cosa ha fatto il nonno? Dove ha trovato la forza di partire all’estero per mantenere una famiglia? E quel vecchio zio come ha fatto a sorridere sempre pur essendo stato in guerra? E quella giovane mamma morta per tumore con quale forza ha sorriso ai piccoli figli fino all’ultimo momento?…Oppure quel cugino morto per i suoi errori come è arrivato a fare scelte cosi brutte?
Ecco il senso della Commemorazione dei defunti: ricordarci di uomini veri, come i Santi, ma più vicini a noi, della nostra famiglia, dire grazie per ciò che silenziosamente ci hanno insegnato.
E’ questo senso umano della festa di Ognissanti e della Commemorazione dei defunti che dobbiamo recuperare, che serve a noi, il resto è solo materiale di consumismo, di facciata che rischia di svuotare l’umano, se c’è, se devi esserci, se non si può evitare, almeno cerchiamo di riempirlo con il senso vero, con ciò che ci serve.
E per farlo non serve solo il 2 Novembre che quasi obbligatoriamente ci riporta ai defunti, possiamo farlo sempre….per questo ci rivediamo il 9 Novembre…una data a caso…per dire ci rivediamo tra una Settimana, magari la sfida è tornare al cimitero e rivisitarlo nel silenzio, facendosi le domande suggerite prima davanti alla tomba dei cari.
PS: Riporto all’attenzione la riflessione che ho scritto lo scorso anno rileggendo in chiave Teologica la “Livella” di Totò====== clicca qui per leggerla