#13Gennaio2018 “IN FILA CON NOI PECCATORI PER RIDARCI DIGNITÀ” (#BattesimoDelSignore)
DAL VANGELO SECONDO LUCA (3,15-16.21-22)
Ora il popolo era in attesa e tutti si domandavano in cuor loro se Giovanni fosse il
Cristo. Giovanni rispose, dicendo a tutti: «Io vi battezzo in acqua; ma viene colui che è più forte
di me, al quale io non sono degno di sciogliere il legaccio dei calzari. Egli vi battezzerà in Spirito
Santo e fuoco. Ora, mentre tutto il popolo si faceva battezzare, anche Gesù fu battezzato; e,
mentre pregava, si aprì il cielo, e lo Spirito Santo scese su di lui in forma corporea, come una
colomba; e venne una voce dal cielo: «Tu sei il mio diletto Figlio; in te mi sono compiaciuto.
IN FILA CON NOI PER RIDARCI DIGNITA’
Eccoci giunti qui ad una festa strana, o meglio collocata in un momento strano. Secondo i nostri
attuali schemi è perfetta dopo il Natale, cioè dopo aver parlato dell’infanzia di Gesù perché il
Battesimo viene collocato secondo le nostre usanze nella prima infanzia. Ma Gesù ha vissuto questo
Battesimo, che è totalmente differente dal nostro, in età adulta. Allora non sarebbe proprio giusta
collocarla al termine del Natale. Essa difatti è la 1° Domenica del Tempo Ordinario, cioè del ritorno
alle cose quotidiane, la sua collocazione ha un significato profondamente teologico e
profondamente pratico. Dopo i racconti dell’infanzia di Gesù, di cui proprio il testo di Luca che
leggiamo in questo anno è il più ricco, nei testi evangelici si farà silenzio per tutto il periodo sino
appunto al Battesimo, fatta eccezione per lo stesso Vangelo di Luca che narra l’episodio di Gesù
dodicenne nel tempio. Un periodo di trenta anni di silenzio, definito da diversi scrittori di
spiritualità il periodo del “silenzio di Nazaret”, in cui Gesù altro non ha fatto che formare quel suo
“essere uomo”. Egli è Dio fatto carne, venuto nella nostra fragile umana storia per insegnarci viso a
viso ciò che Dio vuole per noi, per insegnarci ad essere Suoi Figli, per insegnarci ad esser più
uomini, veri, sino in fondo. Come poteva farlo se non crescendo tra gli uomini. Non bastava che
Egli, il Figlio di Dio, Lui stesso Dio Amore e Creatore, l’uomo l’aveva appunto creato, ma doveva
condividere nel silenzio con esso la vita quotidiana. Si, proprio con noi, siamo i destinatari di
un’immensità di amore. Gesù apre così, potremmo dire, un nuovo capitolo della sua vita, quella
pubblica, dove annuncerà tutto di se, dove comunicherà a noi uomini la nuova Legge dell’Amore.
Come inizia questo momento epocale? In fila con i peccatori. Lui, il Dio creatore di tutto, decide di
farsi uomo e nascere nella provincia più sperduta e povera del mondo, vive trenta anni di silenzio e
poi quando decide di uscire allo scoperto anziché farsi annunciare in maniera trionfale e plateale si
mette in fila con i peggiori. Fa a farsi battezzare, un battesimo che pubblicamente diceva davanti a
tutti che si era peccatori e si necessitava di purificazione. Che cosa strana, i teologici hanno da
impazzire su questo. Cristo, colui che secondo la Sacra Scrittura e la Teologia ha condiviso in tutto
tranne che nel peccato la condizione dell’uomo si mette in fila con i pubblici peccatori come uno di
loro. Qualcosa crolla? No, anzi, qualcosa viene confermato. Egli è accanto ai peccatori non per dire
che è uno di loro, ma per dire che è con loro, cammina con loro, vuole guardargli negli occhi, non
guardarli dall’alto, ma stando accanto. Si fa battezzare per comunicare al mondo che c’è un nuovo
Battesimo. Vive quello degli uomini, ma partendo dallo stupore che lo stesso Giovanni Battista
manifesta si comprende la novità del Battesimo di Gesù. Lui è li per sostituirsi a quella
purificazione, per divenire Lui stesso la nuova purificazione, da quel momento in poi chi vivrà di
Lui, della Sua Parola sarà salvo, vivrà nella purificazione. Non c’è più bisogno di purificazioni varie, lo dice Dio stesso, un evento straordinario nella Sacra Scrittura, ve ne sono pochissimi, Dio
parla a più uomini, si manifesta con la sua voce e in diversi ascoltano, come se parlasse ad una folla
e non a rivelazioni private a profeti a cui affida messaggi da dare ad altri. Dio parla e dice che questi
è il “suo prediletto”, cioè in Cristo c’è tutto e nella maniera più eccelsa. Noi oggi spesso
ricerchiamo segni, rivelazioni, prodigi. Spesso scadiamo nell’andare alla ricerca di santoni di turno
e santuari vari, perdendo di vista proprio ciò, che nel Cristo vi è già tutto. Spendiamo energie,
riflessioni, spesso anche soldi, quando il Cristo è ovunque, e la Sua Parola possiamo ascoltarla,
pregarla, viverla ovunque. Facciamo un po’ di silenzio, capiamo in cosa stiamo perdendo tempo
nella ricerca di segni, verità. Torniamo al Cristo per sentire questa voce di pace in noi.