#2Febbraio2019 “RIPOSARE NELLA LUCE” (#Candelora)

Le candele caratterizzano questo giorno. Un piccolo segno di luce.

Il Vangelo parla di un vecchio saggio che davanti ad un fragile bambino va in estasi, dice che è la sua pace, il suo riposo. Dice che è Luce. Spesso si può riposare nel buio anche, quando stanchi crolliamo ed in quel momento di mancanza di forze, nel buio, il male ci assale… I pensieri negativi si amplificano, i drammi sembrano più grandi. Gesù ci dà la possibilità di riposare nella luce, riposare non perché crolliamo ma riposare perché decidiamo di fermarci con Lui e ammirare Lui diventa riposo, bellezza, ricarica. Allora in questo riposo di ricarica con Lui i pensieri negativi si illuminano e su intravedono orizzonti nuovi. Custodiamo con Gesù la vita come una fragile candela, sempre pronta a spegnersi, che tende a consumarsi… Ma accesa, pronta a dare più luce mentre si consuma, perché l’impegno di Amore illumina la vita intorno a noi. (Massimiliano Arena)
Le candele caratterizzano questo giorno. Un piccolo segno di luce. Il Vangelo parla di un vecchio saggio che davanti ad un fragile bambino va in estasi, dice che è la sua pace, il suo riposo. Dice che è Luce. Spesso si può riposare nel buio anche, quando stanchi crolliamo ed in quel momento di mancanza di forze, nel buio, il male ci assale… I pensieri negativi si amplificano, i drammi sembrano più grandi. Gesù ci dà la possibilità di riposare nella luce, riposare non perché crolliamo ma riposare perché decidiamo di fermarci con Lui e ammirare Lui diventa riposo, bellezza, ricarica. Allora in questo riposo di ricarica con Lui i pensieri negativi si illuminano e su intravedono orizzonti nuovi. Custodiamo con Gesù la vita come una fragile candela, sempre pronta a spegnersi, che tende a consumarsi… Ma accesa, pronta a dare più luce mentre si consuma, perché l’impegno di Amore illumina la vita intorno a noi. (Massimiliano Arena)

Ecco il testo del Vangelo

Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Luca 2,22-40.
Quando venne il tempo della loro purificazione secondo la Legge di Mosè, Maria e Giuseppe portarono il bambino a Gerusalemme per offrirlo al Signore,
come è scritto nella Legge del Signore: ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore;
e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o di giovani colombi, come prescrive la Legge del Signore.
Ora a Gerusalemme c’era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e timorato di Dio, che aspettava il conforto d’Israele;
lo Spirito Santo che era sopra di lui, gli aveva preannunziato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Messia del Signore.
Mosso dunque dallo Spirito, si recò al tempio; e mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per adempiere la Legge,
lo prese tra le braccia e benedisse Dio:
«Ora lascia, o Signore, che il tuo servo vada in pace secondo la tua parola;
perché i miei occhi han visto la tua salvezza,
preparata da te davanti a tutti i popoli,
luce per illuminare le genti e gloria del tuo popolo Israele».
Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui.
Simeone li benedisse e parlò a Maria, sua madre: «Egli è qui per la rovina e la risurrezione di molti in Israele, segno di contraddizione
perché siano svelati i pensieri di molti cuori. E anche a te una spada trafiggerà l’anima».
C’era anche una profetessa, Anna, figlia di Fanuèle, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto col marito sette anni dal tempo in cui era ragazza,
era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere.
Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme.
Quando ebbero tutto compiuto secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nazaret.
Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era sopra di lui.

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