#12Marzo2019 “CAPIRSI SENZA PAROLE” (Martedì 1a di Quaresima)
A cura del prof Massimiliano Arena
«Pregando, non sprecate parole come i pagani, i quali credono di venire ascoltati a forza di parole.
Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno ancor prima che gliele chiediate.
In amore si dice che non c’è bisogno di parlare per capirsi, bastano gli sguardi in cui l’altro già comprende tutto e le parole poi danno solo conferma.
La preghiera non è forse amore? Spesso vediamo la preghiera più come una formula magica, parole, formule da dire per avere un risultato e non come è davvero: una relazione.
Gesù dice di non usare parole perché Dio sa già cosa vogliamo chiedere e invita ad usare questo il “Padre nostro”… Da non cedere come formula, ma come stile. Una preghiera che è relazione (padre/figlio) che apre il cuore a conoscere la volontà di Dio e apre all’amore ai fratelli.
Allora perché parlare in preghiera se Dio già sa tutto?
Le parole, come in amore, serviranno a confermare. Pregando con parole ricorderemo a noi cosa è importante essere, chiedere, desiderare.
Ecco il testo del Vangelo
Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Matteo 6,7-15.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Pregando, non sprecate parole come i pagani, i quali credono di venire ascoltati a forza di parole.
Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno ancor prima che gliele chiediate.
Voi dunque pregate così: Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome;
venga il tuo regno; sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano,
e rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori,
e non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal male.
Se voi infatti perdonerete agli uomini le loro colpe, il Padre vostro celeste perdonerà anche a voi;
ma se voi non perdonerete agli uomini, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe.»