#30Marzo2019 “LA PERFEZIONE È SAPERSI NON PERFETTI” (Sabato 3a Di Quaresima)
A cura del prof Massimiliano Arena
Due uomini messi a confronto. Uno preciso, pronto a mostrare le sue regole rispettate, la sua precisione (i suoi schemi mentali di cui è schiavo forse), l’altro umile, consapevole della sua immensa fragilità. Non molto diversi dai due fratelli che troveremo nella parabola di domani: uno senza regola ma capace di riflettere su se stesso, l’altro così chiuso nelle sue regole e perfezionismo da essere incapace di capire i suoi stessi beni.
Gesù pone attenzione sul peccatore capace di essere umile e ammettere le sue colpe.
Qui è la perfezione, non nelle tante regole da rispettare che spesso ci rendono schiavi di moralismi ma solo per l’idea troppo alta che ci facciamo di noi, nel pubblico, che noi stessi smontiamo nel segreto, dove nessuno ci vede.
La perfezione è nel sapere di non essere perfetti, di non vergognarsi delle proprie fragilità, di non avere un’idea troppo alta di sé che aiuta anche ad accogliere con più amore la fragilità dell’altro su cui non scaricherò la frustrazione dei miei schemi mentali.
Accordiamo il cuore a questa verità semplice dello stare davanti a Dio ed ai fratelli.
Ecco il testo del Vangelo
Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Luca 18,9-14.
In quel tempo, Gesù disse questa parabola per alcuni che presumevano di esser giusti e disprezzavano gli altri:
«Due uomini salirono al tempio a pregare: uno era fariseo e l’altro pubblicano.
Il fariseo, stando in piedi, pregava così tra sé: O Dio, ti ringrazio che non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adùlteri, e neppure come questo pubblicano.
Digiuno due volte la settimana e pago le decime di quanto possiedo.
Il pubblicano invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: O Dio, abbi pietà di me peccatore.
Io vi dico: questi tornò a casa sua giustificato, a differenza dell’altro, perché chi si esalta sarà umiliato e chi si umilia sarà esaltato»