#22Maggio2019 “CHE FRUTTI PORTI?” (mercoledì 5a Tempo Pasquale)

Eccoci tornati con le riflessioni. Riprendiamo da un punto essenziale. Chiediamoci che frutti stiamo portando. Non “cosa sto facendo?” “Cosa sto scegliendo?”

Che frutti porto: cosa costruisco intorno a me? Cosa lascio nelle altre persone? Le azioni che scelgo e faccio portano bellezza intorno oppure solo vuoto e rammarico?

Chi resta in Gesù porta molto frutto dice Lui.

Dopo esserci chiesti che frutti portiamo intorno a noi proviamo a chiederci quali sono le nostre radici perché forse da lì si capiscono i frutti. In cosa fondiamo noi stessi? Dove sono i nostri modelli? La fonte di linfa dove attingere quando tutto crolla?

Gesù si presenta e vuole essere nostra radice.

Ecco il testo del vangelo

Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Giovanni 15,1-8.
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Io sono la vera vite e il Padre mio è il vignaiolo.
Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo toglie e ogni tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto.
Voi siete gia mondi, per la parola che vi ho annunziato.
Rimanete in me e io in voi. Come il tralcio non può far frutto da se stesso se non rimane nella vite, così anche voi se non rimanete in me.
Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me e io in lui, fa molto frutto, perché senza di me non potete far nulla.
Chi non rimane in me viene gettato via come il tralcio e si secca, e poi lo raccolgono e lo gettano nel fuoco e lo bruciano.
Se rimanete in me e le mie parole rimangono in voi, chiedete quel che volete e vi sarà dato.
In questo è glorificato il Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli».

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