#22Marzo2020 “LA FEDE MI LIBERA PER FARMI VEDERE DIVERSAMENTE” (4a di Quaresima/A)

4q1

( A cura del prof. Massimiliano Arena)

Un cieco dalla nascita e la ragione della sua cecità viene cercata nei peccati che lui o qualche suo antenato ha commesso. Era questa la vecchia logica di Israele: se si ha un male è frutto di peccati commessi. Quasi una catena da cui liberarsi difficilmente.

E non siamo cosi anche noi? Non ci sono colpe che ci portiamo, pesi del cuore, fisime che quasi ci obbligano a non poter essere migliori, diversi? Quante volte diciamo “io non potrò mai fare questo, non potrò mai essere questo perchè sono cosi…”. Siamo incapaci di vedere oltre.

Gesù guarisce questo cieco, gli apre la vista, gli permette di guardare tutto diversamente, di dare forma alle cose che vede. Come lo guarisce? Gesù ripete un gesto che ha un sapore antico, antichissimo: impasta del fango. Ci ricorda la Genesi, la creazione, l’uomo formato dalla terra. Gesù può ricrearci, non c’è mai un momento nella nostra vita in cui non possiamo cambiare, abbandonare le catene antiche , tutto ciò che ci tiene bloccati e cambiare. C’è sempre il momento in cui possiamo rinascere.

Terzo elemento importante: i genitori del cieco interrogati ricordano che lui è grande è può parlare da se. Lo fanno per paura certamente, ma c’è anche un altro aspetto: la fede mi rende maturo, grande, mi rende uomo, quindi responsabile da solo delle mie cose.

In questo tempo di Coronavirus cosa significa tutto ciò? Ciascuno di noi è chiamato a vivere la propria responsabilità in questo periodo, la propria fetta di impegno da non scaricare ad altri, con le proprie azioni, l’amore che anche a distanza si può mettere in circolo. E la fede in questo può essere maestra e nella fede vedere con occhi diversi, con linee diverse tutto ciò che accade, tirare fuori i tratti essenziali che ci aiutano a comprendere le priorità ed i punti di forza da cui ripartire ora ogni giorno e dopo per ricostruire speranza.

Qui un video di approfondimento su questa riflessione:

Di seguito il testo del Vangelo

Gv 9,1-41 

In quel tempo, Gesù passando vide un uomo cieco dalla nascita e i suoi discepoli lo interrogarono: «Rabbì, chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché sia nato cieco?». Rispose Gesù: «Né lui ha peccato né i suoi genitori, ma è perché in lui siano manifestate le opere di Dio. Bisogna che noi compiamo le opere di colui che mi ha mandato finché è giorno; poi viene la notte, quando nessuno può agire. Finché io sono nel mondo, sono la luce del mondo». Detto questo, sputò per terra, fece del fango con la saliva, spalmò il fango sugli occhi del cieco e gli disse: «Va’ a lavarti nella piscina di Sìloe», che significa Inviato. Quegli andò, si lavò e tornò che ci vedeva. Allora i vicini e quelli che lo avevano visto prima, perché era un mendicante, dicevano: «Non è lui quello che stava seduto a chiedere l’elemosina?». Alcuni dicevano: «È lui»; altri dicevano: «No, ma è uno che gli assomiglia». Ed egli diceva: «Sono io!». Allora gli domandarono: «In che modo ti sono stati aperti gli occhi?». Egli rispose: «L’uomo che si chiama Gesù ha fatto del fango, me lo ha spalmato sugli occhi e mi ha detto: Va’ a Sìloe e làvati!. Io sono andato, mi sono lavato e ho acquistato la vista». Gli dissero: «Dov’è costui?». Rispose: «Non lo so». Condussero dai farisei quello che era stato cieco: era un sabato, il giorno in cui Gesù aveva fatto del fango e gli aveva aperto gli occhi. Anche i farisei dunque gli chiesero di nuovo come aveva acquistato la vista. Ed egli disse loro: «Mi ha messo del fango sugli occhi, mi sono lavato e ci vedo». Allora alcuni dei farisei dicevano: «Quest’uomo non viene da Dio, perché non osserva il sabato». Altri invece dicevano: «Come può un peccatore compiere segni di questo genere?». E c’era dissenso tra loro. Allora dissero di nuovo al cieco: «Tu, che cosa dici di lui, dal momento che ti ha aperto gli occhi?». Egli rispose: «È un profeta!». Ma i Giudei non credettero di lui che fosse stato cieco e che avesse acquistato la vista, finché non chiamarono i genitori di colui che aveva ricuperato la vista. E li interrogarono: «È questo il vostro figlio, che voi dite essere nato cieco? Come mai ora ci vede?». I genitori di lui risposero: «Sappiamo che questo è nostro figlio e che è nato cieco; ma come ora ci veda non lo sappiamo, e chi gli abbia aperto gli occhi, noi non lo sappiamo. Chiedetelo a lui: ha l’età, parlerà lui di sé». Questo dissero i suoi genitori, perché avevano paura dei Giudei; infatti i Giudei avevano già stabilito che, se uno lo avesse riconosciuto come il Cristo, venisse espulso dalla sinagoga. Per questo i suoi genitori dissero: «Ha l’età: chiedetelo a lui!». Allora chiamarono di nuovo l’uomo che era stato cieco e gli dissero: «Da’ gloria a Dio! Noi sappiamo che quest’uomo è un peccatore». Quello rispose: «Se sia un peccatore, non lo so. Una cosa io so: ero cieco e ora ci vedo». Allora gli dissero: «Che cosa ti ha fatto? Come ti ha aperto gli occhi?». Rispose loro: «Ve l’ho già detto e non avete ascoltato; perché volete udirlo di nuovo? Volete forse diventare anche voi suoi discepoli?». Lo insultarono e dissero: «Suo discepolo sei tu! Noi siamo discepoli di Mosè! Noi sappiamo che a Mosè ha parlato Dio; ma costui non sappiamo di dove sia». Rispose loro quell’uomo: «Proprio questo stupisce: che voi non sapete di dove sia, eppure mi ha aperto gli occhi. Sappiamo che Dio non ascolta i peccatori, ma che, se uno onora Dio e fa la sua volontà, egli lo ascolta. Da che mondo è mondo, non si è mai sentito dire che uno abbia aperto gli occhi a un cieco nato. Se costui non venisse da Dio, non avrebbe potuto far nulla». Gli replicarono: «Sei nato tutto nei peccati e insegni a noi?». E lo cacciarono fuori. Gesù seppe che l’avevano cacciato fuori; quando lo trovò, gli disse: «Tu, credi nel Figlio dell’uomo?». Egli rispose: «E chi è, Signore, perché io creda in lui?». Gli disse Gesù: «Lo hai visto: è colui che parla con te». Ed egli disse: «Credo, Signore!». E si prostrò dinanzi a lui. Gesù allora disse: «È per un giudizio che io sono venuto in questo mondo, perché coloro che non vedono, vedano e quelli che vedono, diventino ciechi». Alcuni dei farisei che erano con lui udirono queste parole e gli dissero: «Siamo ciechi anche noi?». Gesù rispose loro: «Se foste ciechi, non avreste alcun peccato; ma siccome dite: Noi vediamo, il vostro peccato rimane».

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