#14Maggio2020 “L’AMORE E’ QUESTIONE DI ALLENAMENTO” – (Giovedì 5a di Pasqua) – Commento video e scritto
Ecco il video della riflessione di oggi
L’amore è questione di allenamento perchè più ami più il cuore si allarga e dispone ad amare ancora più, come dice un Salmo “Corro lungo la via del tuo amore perchè hai dilatato il mio cuore” .
L’amore però è fatto anche di batoste, spesso amando, vivendo l’amore che è attenzione, comprensione, coraggio, voglia di progettare per il bene comune, rischiamo di farci anche un pò male, di soffrire, di avere delle ferite. Ma proprie queste allargano maggiormente il cuore, scavano dentro di noi per farci comprendere che l’amore vero passa attraverso la prova. Gesù ama gli amici, ci vuole tale, ma proprio i suoi più grandi amici lo hanno tradito.
Possiamo amare, avere forza di amare sempre più, non solo perchè imitiamo il suo modello, ma lui ci ha scelti per essere amati. Ci chiama a collaborare al grande progetto Suo di Amore sul mondo e per questo le piccole sofferenze e sconfitte nelle varie situazioni non ci abbattono, perchè c’è sempre un progetto più grande di cui siamo partecipi, e le prove sono allenamento a capire, fare meglio, comprendere cosa tagliare, su cosa investire.
Nella prima lettura viene raccontata la sostituzione di Giuda con Mattia. Gli Apostoli sono gli inviati di questo progetto di Amore. Deve essere sostituito perchè il fallimento avuto da Giuda non devo bloccare la grandezza del progetto di Amore.
Ecco le letture del giorno
Gv 15,9-17
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena.
Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l’ho fatto conoscere a voi.
Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri».
At 1,15-17.20-26
In quei giorni Pietro si alzò in mezzo ai fratelli – il numero delle persone radunate era circa centoventi – e disse: «Fratelli, era necessario che si commpisse ciò che nella Scrittura fu predetto dallo Spirito Santo per bocca di Davide riguardo a Giuda, diventato la guida di quelli che arrestarono Gesù. Egli infatti era stato del nostro numero e aveva avuto in sorte lo stesso nostro ministero. Sta scritto infaati nel libro dei Salmi:
“La sua dimora diventi deserta
e nessuno vi abiti”.
e: “Il suo incarico lo prenda un altro”.
Bisogna dunque che, tra coloro che sono stati con noi per tutto il tempo nel quale il Signore Gesù ha vissuto fra noi, cominciando dal battesimo di Giovanni fino al giorno in cui è stato di mezzo a noi assunto in cielo, uno divenga testimone, insieme a noi, della sua risurrezione». Ne proposero due: Giuseppe, detto Barsabba, soprannominato Giusto, e Mattia. Poi pregarono dicendo: «Tu, Signore, che conosci il cuore di tutti, mostra quale di questi due hai scelto per prendere il posto in questo ministero e apostolato, che Giuda ha abbandonato per andarsene al posto che gli spettava». Tirarono a sorte fra loro e la sorte cadde su Mattia, che fu associato agli undici apostoli.