#16Maggio2020 “ODIATI PER AMORE” (Sabato 5a di Pasqua) – Commento scritto e video
Ecco la video riflessione di oggi
Il mondo ci odia?!?!?
Certo l’espressione fa un pò paura, sembra quasi una condanna che arriva sulla testa. Cerchiamo di comprenderla.
Il senso lo si trova nel discorso sull’amore coraggioso di cui parlavamo ieri e sull’Amore in generale di Cristo tema delle letture degli ultimi giorni.
Dicevamo ieri che amore vero, amore coraggioso, è quando senti che stai facendo, amando, progettando, donando, impegnandoti oltre il dovuto, senza superficialità, con un oltre. Ecco, il mondo spesso non fa questo, il mondo ha spesso la logica del compromesso, del poco impegno, dell’impegno se conviene e se ne traggo profitto.
E’ questo personale, sociale, ecologica ed economica, che coinvolge tutte le sfere.
Noi non siamo del mondo, perchè non possiamo conformarci a questo stile, sarebbe inutile essere cristiani e la storia forse ci insegna che quando noi cristiani abbiamo ceduto a questo ne abbiamo fatti di guai. Nella Chiesa in grande ma anche nella storia di ciascuno di noi personale quando la nostra fede non sempre è di pari passo con le scelte della vita quotidiana, politica, lavorativa.
Noi siamo chiamati a splendere come astri, a fare tutto alla luce, una luce che diventa amore che coinvolge tutti, per questo come Cristo potremo essere odiati, non capiti, spesso additati come pazzi o peggio ancora come fessi. Ma questo non devo distruggerci d’animo, anzi, è la conferma. Amiamo in maniera coraggiosa, con cuore e competenza, con furbizia e capacità di analisi, ma mai con compromesso e mediocrità.
La prima lettura, altro spaccato di storia della Chiesa nascente, ci dice che la Comunità cresceva ogni giorno. Cosa permetteva a tana gente interesse verso il Cristianesimo? Proprio il fatto che non era scontato e come il mondo, ma offriva una visione rivoluzionaria delle cose.
Non perdiamo questa meraviglia.
Ecco le letture del giorno.
Gv 15,18-21
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me. Se foste del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo; poiché invece non siete del mondo, ma vi ho scelti io dal mondo, per questo il mondo vi odia.
Ricordatevi della parola che io vi ho detto: “Un servo non è più grande del suo padrone”. Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi; se hanno osservato la mia parola, osserveranno anche la vostra. Ma faranno a voi tutto questo a causa del mio nome, perché non conoscono colui che mi ha mandato».
At 16,1-10
In quei giorni, Paolo si recò a Derbe e a Listra. Vi era qui un discepolo chiamato Timòteo, figlio di una donna giudea credente e di padre greco: era assai stimato dai fratelli di Listra e di Icònio. Paolo volle che partisse con lui, lo prese e lo fece circoncidere a motivo dei Giudei che si trovavano in quelle regioni: tutti infatti sapevano che suo padre era greco. Percorrendo le città, trasmettevano loro le decisioni prese dagli apostoli e dagli anziani di Gerusalemme, perché le osservassero. Le Chiese intanto andavano fortificandosi nella fede e crescevano di numero ogni giorno.
Attraversarono quindi la Frìgia e la regione della Galàzia, poiché lo Spirito Santo aveva impedito loro di proclamare la Parola nella provincia di Asia. Giunti verso la Mìsia, cercavano di passare in Bitinia, ma lo Spirito di Gesù non lo permise loro; così, lasciata da parte la Mìsia, scesero a Tròade. Durante la notte apparve a Paolo una visione: era un Macèdone che lo supplicava: «Vieni in Macedònia e aiutaci!». Dopo che ebbe questa visione, subito cercammo di partire per la Macedònia, ritenendo che Dio ci avesse chiamati ad annunciare loro il Vangelo.