#04Giugno2020 “LA GIUSTA MISURA DELL’AMORE” (Giovedì 9a Tempo Ordinario) – Commento video e scritto
Ecco il commento video di oggi
Don Tonino Bello amava dire che misura dell’Amore è amare senza misura. In questo Gesù fissa una “giusta misura” con cui amare. Il Vangelo di ieri ci aiutava a fissare la giusta misura delle relazioni, ad andare oltre i problemi in se.
Oggi ci spinge a comprendere che l’armonia dell’essere umano e del mondo si gioca su quel amare ed essere amato. Sublime poesia, ma sublime crisi sempre. Non sappiamo vivere senza amare, ma nell’amare soffriamo. E per amore non intendo solo relazioni, ma anche stare nella vita, desiderare ed attuare progetti, orientare il nostro futuro.
Gesù pone la giusta misura, che viene da Lui, viene da Dio, che è Amore. La misura prevede tre passaggi: amare Dio, se stessi, il prossimo.
Amare Dio con ogni forza, energia, renderlo prioritario nella mia vita, perchè solo cosi do un senso alla vita. Avere Dio nella vita, renderlo sopra ogni cosa, ci permette di avere un orientamento, un senso, non vivere a caso, senza filo conduttore, ma avere un senso che lega tutto, un riflettere, un Tu con cui dialogare, un tesoro a cui attingere (la Sua Parola) con cui confrontarsi. Amare Dio è non sentirsi soli, è garanzia già dell’essere amati.
Amare se stessi poi come naturale conseguenza dell’amare Dio ed essere amati da Lui. Dio mi ama in tutta la mia fragilità e vuole per me il meglio, nonostante tutto. Da questo amore io mi amo, nella mia fragilità, con i miei limiti, guardandomi con tenerezza, senza rigidità e desidero per me il meglio, cercare e costruire il meglio contro ogni mediocrità.
Amare il prossimo, come conseguenza dell’Amore a Dio, dell’essere amati da Dio e come conseguenza dell’amare me stesso. Non solo come conseguenza, ma come paragone e misura. Amare la fragilità degli altri come amo la mia, desiderare il meglio per gli altri come lo farei per me. Rispettare l’altro nella sua dimensione e non in quella che io vorrei della sua.
Nella prima lettura Paolo ricorda a TImoteo quando sia fondamentale la radicalità a Cristo, l’Amore con totalità a Dio, principio di tutti gli altri livelli di amore.
Ecco le letture del giorno:
Mc 12,28b-34
In quel tempo, si avvicinò a Gesù uno degli scribi e gli domandò: «Qual è il primo di tutti i comandamenti?».
Gesù rispose: «Il primo è: “Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è l’unico Signore; amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza”. Il secondo è questo: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Non c’è altro comandamento più grande di questi».
Lo scriba gli disse: «Hai detto bene, Maestro, e secondo verità, che Egli è unico e non vi è altri all’infuori di lui; amarlo con tutto il cuore, con tutta l’intelligenza e con tutta la forza e amare il prossimo come se stesso vale più di tutti gli olocausti e i sacrifici».
Vedendo che egli aveva risposto saggiamente, Gesù gli disse: «Non sei lontano dal regno di Dio».
E nessuno aveva più il coraggio di interrogarlo.
Dalla seconda lettera di san Paolo apostolo a Timòteo
2Tm 2,8-15
Figlio mio, ricòrdati di Gesù Cristo, risorto dai morti, discendente di Davide, come io annuncio nel mio Vangelo, per il quale soffro fino a portare le catene come un malfattore.
Ma la parola di Dio non è incatenata! Perciò io sopporto ogni cosa per quelli che Dio ha scelto, perché anch’essi raggiungano la salvezza che è in Cristo Gesù, insieme alla gloria eterna.
Questa parola è degna di fede:
Se moriamo con lui, con lui anche vivremo;
se perseveriamo, con lui anche regneremo;
se lo rinneghiamo, lui pure ci rinnegherà;
se siamo infedeli, lui rimane fedele,
perché non può rinnegare se stesso.
Richiama alla memoria queste cose, scongiurando davanti a Dio che si evitino le vane discussioni, le quali non giovano se non alla rovina di chi le ascolta. Sfòrzati di presentarti a Dio come una persona degna, un lavoratore che non deve vergognarsi e che dispensa rettamente la parola della verità.