#11Settembre2020 “ACCOMPAGNARE CONDIVIDENDO”

Gesù mette in guardia chi è cieco dal non guidare altri, altrimenti si renderà responsabile di rovina di altri che potrebbero essere sani. Cioè chi vive nella non verità, nel peccato, nella confusione non può pretendere di guidare altri, rischierebbe di portarli nell’errore, anche perché chi è nell’errore spesso è orgoglioso e certo di fare il bene.
Ma stando così le cose tutti siamo spesso un po’ ciechi, tutti abbiamo sempre qualche errore che non rende perfetti, allora nessuno potrebbe più fare il prete, educatore, insegnante, genitore.
Con l’esempio della pagliuzza Gesù va più a fondo.
Tutti siamo nell’errore, piccoli o grandi, tutti abbiamo in noi lati della vita in cui siamo nella non verità, nell’orgoglio, nell’errore. Ma non possiamo esimerci dai nostri ruoli di insegnanti, genitori, educatori, imprenditori, sacerdoti. Il consiglio profondo è quello di educare, condurre, ricordandosi di non essere migliori di altri, di essere fatti della stessa pasta, pieni di fragilità e pronti a sbagliare. Solo cosi non pretenderemo da altri ciò che noi stessi non sappiamo dare e creeremo tenerezza e non barriere e sicuramente meno ansie in noi e negli altri.
Ecco il testo del Vangelo
Lc 6,39-42
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli una parabola:
«Può forse un cieco guidare un altro cieco? Non cadranno tutti e due in un fosso? Un discepolo non è più del maestro; ma ognuno, che sia ben preparato, sarà come il suo maestro.
Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? Come puoi dire al tuo fratello: “Fratello, lascia che tolga la pagliuzza che è nel tuo occhio”, mentre tu stesso non vedi la trave che è nel tuo occhio? Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello