#02Ottobre2020 “NON ACCORGERSI DI ESSERE AMATI” (Angeli Custodi)
A cura del prof. Massimiliano Arena

Dopo qualche giorno dalla festa degli Angeli Michele, Gabriele, Raffaele ci viene proposta quella degli Angeli Custodi.
Una presenza meravigliosa, quasi poetica, da sempre tramandata dalla Tradizione. Avere la consapevolezza di essere amati, avere accanto un fiato di amore che veglia con noi.
Il Vangelo ci dona spunti interessanti.
“guai” che risuona come un “mannaggia a te non sai che meraviglie ti stai perdendo”. Con questa espressione Gesù ammonisce queste città perché avevano avuto la possibilità di conoscere le meraviglie di Dio ed hanno fatto finta di nulla, per pigrizia o per volontà. Quante volte a noi arrivano segni di amore? Attraverso persone, situazioni? Quante volte Dio si manifesta e noi chiusi nel nostro ragionamento, calcolo, orgoglio rifiutiamo, anzi spesso mandiamo male con grande acidità derivante dal nostro senso di frustrazione. La verità è che siamo nervosi con noi stessi, perché vorremmo essere diversi e non sappiamo come. Dio veglia su di noi, manda continui angeli celesti o terrestri a prendersi cura di noi. Non sciupiamo queste bellezze.
Ecco il testo del Vangelo
Lc 10,13-16 In quel tempo, Gesù disse:
«Guai a te, Corazìn, guai a te, Betsàida! Perché, se a Tiro e a Sidòne fossero avvenuti i prodigi che avvennero in mezzo a voi, già da tempo, vestite di sacco e cosparse di cenere, si sarebbero convertite. Ebbene, nel giudizio, Tiro e Sidòne saranno trattate meno duramente di voi.
E tu, Cafàrnao, sarai forse innalzata fino al cielo? Fino agli inferi precipiterai!
Chi ascolta voi ascolta me, chi disprezza voi disprezza me. E chi disprezza me, disprezza colui che mi ha mandato».