#07Ottobre2020 “PREGHIERA CON E SENZA PRETESE” (Giovedì 27ma Tempo Ordinario)
A cura del prof. Massimiliano Arena

Pregare è chiedere? É pretendere? È una domanda lecita davanti a queste affermazioni di Gesù che pone la preghiera in un contesto di richiesta assillante tra due amici per bisogno di uno dei due.
La preghiera è pretesa a Dio nel momento del bisogno?
La risposta potrebbe essere si, ma in un senso particolare. La pretesa di amore.
Esistono pretese e pretese, quelle di amore hanno un gusto particolare. La pretesa di amore non è obbligo, non è automatica, ma è cercare nel cuore dell’amato ciò che mi fa star bene, far capire all’amato che in Lui c’è la fonte di ciò che mi occorre. La preghiera è amore, è atto di amore, dialogo di amore. Pretendiamo con amore dal cuore di Dio, non perché operi in noi come bacchetta magica, ma diciamo a Dio che solo in Lui possiamo trovare la fonte di energia ai nostri bisogni, solo in Lui troviamo pace, solo in Lui ci riconosciamo noi stessi. Sia pretesa di Amore in cui lui diventa priorità e si fa spazio in noi.
Ecco il testo del Vangelo
Lc 11,5-13 In quel tempo, Gesù disse ai discepoli:
«Se uno di voi ha un amico e a mezzanotte va da lui a dirgli: “Amico, prestami tre pani, perché è giunto da me un amico da un viaggio e non ho nulla da offrirgli”, e se quello dall’interno gli risponde: “Non m’importunare, la porta è già chiusa, io e i miei bambini siamo a letto, non posso alzarmi per darti i pani”, vi dico che, anche se non si alzerà a darglieli perché è suo amico, almeno per la sua invadenza si alzerà a dargliene quanti gliene occorrono.
Ebbene, io vi dico: chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chiunque chiede riceve e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto.
Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pesce, gli darà una serpe al posto del pesce? O se gli chiede un uovo, gli darà uno scorpione? Se voi dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro del cielo darà lo Spirito Santo a quelli che glielo chiedono!».