#12Ottobre2020 “UN SEGNO PER SENTIRSI AMATI E AMARE” (Lunedì 28ma Tempo Ordinario)
A cura del prof. Massimiliano Arena

Siamo sempre così testardi, duri nel comprendere alcune bellezze della vita, alcune sue verità da farci scappare molte cose, molti significati.
Cita Gesù situazioni del passato, questioni noti nella tradizione di Israele. Segni particolari che hanno sottolineato il modo con cui Dio ha preannunciato alcune cose.
Segno di Giona, chiuso nel ventre del pescecane per tre giorni da cui esce vivo. Segno di Gesù la croce, segno di Amore estremo, perché tutti sono capaci di vivere per amore, ma pochi di morire per amore. Lui ci ha amati perché noi cambiassimo vita, generassimo una vita nuova fatta di amore. Amati per amare. Che segno ci occorre più? Quali scuse e rallentamenti la nostra umana mentre può trovare chiusa nei suoi personalismi che spesso sono frutto solo di egoismo o pigrizia?
Ecco il testo del Vangelo
Lc 11,29-32
In quel tempo, mentre le folle si accalcavano, Gesù cominciò a dire:
«Questa generazione è una generazione malvagia; essa cerca un segno, ma non le sarà dato alcun segno, se non il segno di Giona. Poiché, come Giona fu un segno per quelli di Nìnive, così anche il Figlio dell’uomo lo sarà per questa generazione.
Nel giorno del giudizio, la regina del Sud si alzerà contro gli uomini di questa generazione e li condannerà, perché ella venne dagli estremi confini della terra per ascoltare la sapienza di Salomone. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Salomone.
Nel giorno del giudizio, gli abitanti di Nìnive si alzeranno contro questa generazione e la condanneranno, perché essi alla predicazione di Giona si convertirono. Ed ecco, qui vi è uno più grande di Giona»