#14Ottobre2020 “NON SCARICHIAMO SU GLI ALTRI I PESI DELLE NOSTRE FRAGILITÀ” (Mercoledì 28ma Tempo Ordinario)
A cura del prof. Massimiliano Arena

Questo Vangelo mette ben in risalto una dinamica molto presente nelle comunità cristiane, ma anche in generale nella vita sociale: opprimere altri su limiti e questioni che noi stessi viviamo per coprirci.
C’è una dimensione psicologica che spesso ci spinge a difenderci attaccando. Spesso giudichiamo, sottolineamo con durezza, ci ergiamo a maestri, su alcuni limiti di altri solo perché sappiamo che in fondo, in quella parte più nascosta di noi, anche noi siamo così, o siamo stati, o lo saremo tendenzialmente. Caricare gli altri di pesi per liberare sé stessi. Gesù ci invita a non scaricare sugli altri, ma sostenerci. Ammettere di essere fragili come il fratello perché insieme, in un cammino di amore tra fragili, si giunga alla maturazione.
Liberiamoci da ogni falsità, ipocrisia, voglia di mettere in cattiva luce altri.
Ecco il testo del Vangelo
Lc 11,42-46 In quel tempo, il Signore disse: «Guai a voi, farisei, che pagate la decima sulla menta, sulla ruta e su tutte le erbe, e lasciate da parte la giustizia e l’amore di Dio. Queste invece erano le cose da fare, senza trascurare quelle. Guai a voi, farisei, che amate i primi posti nelle sinagoghe e i saluti sulle piazze. Guai a voi, perché siete come quei sepolcri che non si vedono e la gente vi passa sopra senza saperlo».
Intervenne uno dei dottori della Legge e gli disse: «Maestro, dicendo questo, tu offendi anche noi». Egli rispose: «Guai anche a voi, dottori della Legge, che caricate gli uomini di pesi insopportabili, e quei pesi voi non li toccate nemmeno con un dito