#04Novembre2020 – “LA FELICITÀ È FARE DELLE SCELTE RESPONSABILI” (Mercoledì 31ma Tempo Ordinario)
A cura del prof Massimiliano Arena
La società odierna non trasmette molta capacità di scelta, anzi potremmo dire che si trasmettono messaggi sempre più inclini a non assumersi responsabilità, a vivere delegando, non scegliere per far scegliere ad altri e poi criticare.
Un vivere senza assumere responsabilità, senza il sapore di scegliere che comprendere anche selezionare, eliminare cose superflue sulla base di valori e priorità.
Chi non sa scegliere forse è privo di consapevolezza di valori e priorità.
Chi non sa e non vuole scegliere non gusta la felicità profonda, perché la vera felicità è quella scelta e sofferta, maturata nelle capacità di operare dei tagli.
Scegliere valutando il passato, gli errori, col desiderio di futuro.
Questa è la bellezza della croce, una scelta di amore, consapevole.
Questo è il valutare prima di costruire una torre.
Questo è amare Dio più delle nostre relazioni.
Anche nella prima lettura ci è data indicazione di essere uomini responsabili e irreprensibili.
Ecco il testo del Vangelo
Lc 14,25-33 In quel tempo, una folla numerosa andava con Gesù. Egli si voltò e disse loro:
«Se uno viene a me e non mi ama più di quanto ami suo padre, la madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo. Colui che non porta la propria croce e non viene dietro a me, non può essere mio discepolo.
Chi di voi, volendo costruire una torre, non siede prima a calcolare la spesa e a vedere se ha i mezzi per portarla a termine? Per evitare che, se getta le fondamenta e non è in grado di finire il lavoro, tutti coloro che vedono comincino a deriderlo, dicendo: “Costui ha iniziato a costruire, ma non è stato capace di finire il lavoro”.
Oppure quale re, partendo in guerra contro un altro re, non siede prima a esaminare se può affrontare con diecimila uomini chi gli viene incontro con ventimila? Se no, mentre l’altro è ancora lontano, gli manda dei messaggeri per chiedere pace.
Così chiunque di voi non rinuncia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo».