#06Novembre2020 “FELICITÀ È SAPERSELA CAVARE” (Venerdì 31ma Tempo Ordinario)

A cura del prof. Massimiliano Arena
Gesù loda la capacità avuta da questo amministratore. Non è stato il massimo nella Giustizia e Gesù non sta lodando le illegalità che sta commettendo, loda la sua “scaltrezza”. Un termine che dice tante cose, compreso l’uso della nostra intelligenza (dono di Dio) per sapercela cavare.
La vita non è infinita, è relativamente breve, è imprevedibile. Non possiamo e non dobbiamo mai perdere tempo. Questo amministratore nel poco tempo che gli era rimasto ha cercato di riparare agli errori commessi.
Dobbiamo usare sempre, da subito, la nostra intelligenza, le nostre capacità, con creatività per rendere sempre più bella la nostra vita e quella altrui.
Ecco il testo del Vangelo
Lc 16,1-8 In quel tempo, Gesù diceva ai discepoli:
«Un uomo ricco aveva un amministratore, e questi fu accusato dinanzi a lui di sperperare i suoi averi. Lo chiamò e gli disse: “Che cosa sento dire di te? Rendi conto della tua amministrazione, perché non potrai più amministrare”.
L’amministratore disse tra sé: “Che cosa farò, ora che il mio padrone mi toglie l’amministrazione? Zappare, non ne ho la forza; mendicare, mi vergogno. So io che cosa farò perché, quando sarò stato allontanato dall’amministrazione, ci sia qualcuno che mi accolga in casa sua”.
Chiamò uno per uno i debitori del suo padrone e disse al primo: “Tu quanto devi al mio padrone?”. Quello rispose: “Cento barili d’olio”. Gli disse: “Prendi la tua ricevuta, siediti subito e scrivi cinquanta”. Poi disse a un altro: “Tu quanto devi?”. Rispose: “Cento misure di grano”. Gli disse: “Prendi la tua ricevuta e scrivi ottanta”.
Il padrone lodò quell’amministratore disonesto, perché aveva agito con scaltrezza. I figli di questo mondo, infatti, verso i loro pari sono più scaltri dei figli della luce»