#15novembre2020 “LA PANDEMIA NON SVILISCE IL TESORO CHE SIAMO” (33ma Domenica Tempo Ordinario/A)

A cura di Massimiliano Arena
Questo tempo è un tempo di crisi e come ogni tempo di crisi ci sono due modi per viverlo: restare inermi e lasciarsi soffocare, decidere di raccogliere se stessi e reinvestire.
Il Vangelo e le letture di questa Domenica ci spingono a questo, a raccogliere il potenziale che siamo e giocarcelo a pieno.
I talenti non sono le cose che sappiamo fare belle o che abbiamo, ma tutto il tesoro che siamo, il nostro potenziale creato da Dio che si traduce poi in ciascuno in doni particolari. Come cristiani poi abbiamo anche il tesoro della tradizione della Comunità. Tutto questo dobbiamo decidere se buttarlo io e farcelo schiacciare o farlo fruttare, far esplodere proprio in questo periodo il potenziale.
Che immagine abbiamo di Dio? Da qui dipende anche molto come affrontiamo il tutto. Un Dio giudice, legislatore potrebbe portarci a vivere questo tempo come una sorta di punizione da vivere nella privazione. Un Dio Padre e creatore ci spinge alla riflessione seria, alla fraternità.
DIO ci consegna il nostro potenziale, a noi usarlo, farlo fruttare nel metterlo in circolo, farlo aumentare nell’incontro con il potenziale degli altri
Ecco il video di approntamento al Vangelo di questa Domenica e di seguito il testo
Mt 25,14-30
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola:
«Avverrà come a un uomo che, partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e consegnò loro i suoi beni. A uno diede cinque talenti, a un altro due, a un altro uno, secondo le capacità di ciascuno; poi partì.
Subito colui che aveva ricevuto cinque talenti andò a impiegarli, e ne guadagnò altri cinque. Così anche quello che ne aveva ricevuti due, ne guadagnò altri due. Colui invece che aveva ricevuto un solo talento, andò a fare una buca nel terreno e vi nascose il denaro del suo padrone.
Dopo molto tempo il padrone di quei servi tornò e volle regolare i conti con loro.
Si presentò colui che aveva ricevuto cinque talenti e ne portò altri cinque, dicendo: “Signore, mi hai consegnato cinque talenti; ecco, ne ho guadagnati altri cinque”. “Bene, servo buono e fedele – gli disse il suo padrone –, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone”.
Si presentò poi colui che aveva ricevuto due talenti e disse: “Signore, mi hai consegnato due talenti; ecco, ne ho guadagnati altri due”. “Bene, servo buono e fedele – gli disse il suo padrone –, sei stato fedele nel poco, ti darò potere su molto; prendi parte alla gioia del tuo padrone”.
Si presentò infine anche colui che aveva ricevuto un solo talento e disse: “Signore, so che sei un uomo duro, che mieti dove non hai seminato e raccogli dove non hai sparso. Ho avuto paura e sono andato a nascondere il tuo talento sotto terra: ecco ciò che è tuo”.
Il padrone gli rispose: “Servo malvagio e pigro, tu sapevi che mieto dove non ho seminato e raccolgo dove non ho sparso; avresti dovuto affidare il mio denaro ai banchieri e così, ritornando, avrei ritirato il mio con l’interesse. Toglietegli dunque il talento, e datelo a chi ha i dieci talenti. Perché a chiunque ha, verrà dato e sarà nell’abbondanza; ma a chi non ha, verrà tolto anche quello che ha. E il servo inutile gettatelo fuori nelle tenebre; là sarà pianto e stridore di denti”
Analizziamo ora le due letture.
Una donna virtuosa capace di lavorare per la sua casa e lodata nella prima, dei Proverbi. Un contesto storico particolare, ma che dice una preziosità. La donna viveva il suo potenziale per la bellezza della casa, per il suo buon funzionamento. Oggi noi come viviamo il nostro potenziale?
Nella seconda ai Tessalonicesi si parla di ricostruire “pace e sicurezza”, possibile solo se si è stati capaci di non lasciar spegnere il fuoco sotto la cenere. Teniamo il fuoco acceso della fede in questo periodo, esso alimenta il fuoco del potenziale che siamo e della fraternità.
Qui il video approfondimento alle letture dalla rubrica serale #ApriIlFuocoDelVangelo
Di seguito i testi
Pr 31,10-13.19-20.30-31 Una donna forte chi potrà trovarla?
Ben superiore alle perle è il suo valore.
In lei confida il cuore del marito
e non verrà a mancargli il profitto.
Gli dà felicità e non dispiacere
per tutti i giorni della sua vita.
Si procura lana e lino
e li lavora volentieri con le mani.
Stende la sua mano alla conocchia
e le sue dita tengono il fuso.
Apre le sue palme al misero,
stende la mano al povero.
Illusorio è il fascino e fugace la bellezza,
ma la donna che teme Dio è da lodare.
Siatele riconoscenti per il frutto delle sue mani
e le sue opere la lodino alle porte della città
1Ts 5,1-6 Riguardo ai tempi e ai momenti, fratelli, non avete bisogno che ve ne scriva; infatti sapete bene che il giorno del Signore verrà come un ladro di notte. E quando la gente dirà: «C’è pace e sicurezza!», allora d’improvviso la rovina li colpirà, come le doglie una donna incinta; e non potranno sfuggire.
Ma voi, fratelli, non siete nelle tenebre, cosicché quel giorno possa sorprendervi come un ladro. Infatti siete tutti figli della luce e figli del giorno; noi non apparteniamo alla notte, né alle tenebre.
Non dormiamo dunque come gli altri, ma vigiliamo e siamo sobri