#21Novembre2020 “IL DIO DELLA VITA CI VUOLE VIVI” (Sabato 33ma Tempo Ordinario)

A cura di Massimiliano Arena

Ecco il video commento dalla rubrica serale #ApriIlFuocoDelVangelo

Gesù entra in discussione con sadducei. Apparentemente è un tranello sul tema della Resurrezione, qualcuno ci legge qualche accenno di discussione sul divorzio. Gesù va oltre smascherando con verità un nostro serio problema: affossarci nelle cose morte.

Gli pongono una questione concreta ma che è inutile, una domanda che in qualsiasi modo avresti risposto sarebbe stata inutile.

Gesù tira fuori una verità, cioè che noi crediamo nel Dio di Gesù Cristo che è il Dio della Vita e che ci vuole vivi.

Questo tempo potrebbe renderci morti, non solo per la malattia che dilaga, ma per l’incapacità di reagire e riempierlo, perdendoci dietro discussioni vuote e che non portano a nulla.

Investiamo il tempo nel generare vita, vivere la vita. Li dove sentiamo possa mancare, dove ci sentiamo vuoti e fragili, chiediamo a Dio di riempirci, si faccia spazio la preghiera.

Dio è Dio della vita. La nostra Fede in Lui generi in noi la Speranza e la Speranza ci porti alla Carità profonda verso gli altri. Cosi viviamo e generiamo vera vita.

Ecco il testo del Vangelo

Luca 20, 27-40

In quel tempo, si avvicinarono a Gesù alcuni sadducèi – i quali dicono che non c’è risurrezione – e gli posero questa domanda: «Maestro, Mosè ci ha prescritto: “Se muore il fratello di qualcuno che ha moglie, ma è senza figli, suo fratello prenda la moglie e dia una discendenza al proprio fratello”. C’erano dunque sette fratelli: il primo, dopo aver preso moglie, morì senza figli. Allora la prese il secondo e poi il terzo e così tutti e sette morirono senza lasciare figli. Da ultimo morì anche la donna. La donna dunque, alla risurrezione, di chi sarà moglie? Poiché tutti e sette l’hanno avuta in moglie».
Gesù rispose loro: «I figli di questo mondo prendono moglie e prendono marito; ma quelli che sono giudicati degni della vita futura e della risurrezione dai morti, non prendono né moglie né marito: infatti non possono più morire, perché sono uguali agli angeli e, poiché sono figli della risurrezione, sono figli di Dio. Che poi i morti risorgano, lo ha indicato anche Mosè a proposito del roveto, quando dice: “Il Signore è il Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe”. Dio non è dei morti, ma dei viventi; perché tutti vivono per lui».
Dissero allora alcuni scribi: «Maestro, hai parlato bene». E non osavano più rivolgergli alcuna domanda.

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