#30Novembre2020 “SVEGLIARSI E’ ACCETTARE DI FAR PARTE DI UN PROGETTO” (Lunedì 1a di Avvento – Sant’Andrea)

A cura di Massimiliano Arena

Ecco il video commento dalla rubrica serale di #ApriIlFuocoDelVangelo

Proviamo in questa settimana a declinare nella ferialità l’invito a svegliarci che abbiamo avuto nella Prima Domenica di Avvento, lasciandoci illuminare dalle letture del giorno.

In questo primo lunedì di Avvento ci appare Sant’Andrea ad interrompere la ferialità ma darci degli spunti meravigliosi attorno alla figura degli Apostoli.

Il Vangelo ci dice che Gesù chiede a questi pescatori di diventare pescatori di uomini. Una cosa già erano, cioè pescatori, ma da pesci a uomini, come se alzasse la dignità del loro essere, senza cambiarlo.

Dio non ci chiede di cambiare, di buttare via ciò che siamo, la nostra vita, le nostre cose, ma ci alza di dignità.

Se vuoi svegliarti devi accettare e prendere consapevolezza che per quanto tu possa non credere in Dio in alcuni momenti Egli crede in te, Egli sa che tu e solo tu puoi portare a termine un pezzo del Suo Progetto di Amore lì dove sei, nella tua famiglia, nel tuo posto di lavoro o di non lavoro, nel tuo posto che reputi inutile Egli ti chiama ad essere una meraviglia.

La prima lettura di Paolo ai Romani ci dice che chi incontra Cristo dice il suo Nome. Lo chiama, lo invoca, lo annuncia.

Di il nome di Cristo nella tua vita, Egli ti chiama a trasformare la tua vita in una collaborazione al Suo Meraviglioso ed Unico Progetto di Amore.

Ecco i testi delle letture.

Mt 4,18-22
 
In quel tempo, mentre camminava lungo il mare di Galilea, Gesù vide due fratelli, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello, che gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. E disse loro: «Venite dietro a me, vi farò pescatori di uomini». Ed essi subito lasciarono le reti e lo seguirono.
 
Andando oltre, vide altri due fratelli, Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni suo fratello, che nella barca, insieme a Zebedèo loro padre, riparavano le loro reti, e li chiamò. Ed essi subito lasciarono la barca e il loro padre e lo seguirono.

Rm 10,9-18
 
Fratello, se con la tua bocca proclamerai: «Gesù è il Signore!», e con il tuo cuore crederai che Dio lo ha risuscitato dai morti, sarai salvo. Con il cuore infatti si crede per ottenere la giustizia, e con la bocca si fa la professione di fede per avere la salvezza.
 
Dice infatti la Scrittura: «Chiunque crede in lui non sarà deluso». Poiché non c’è distinzione fra Giudeo e Greco, dato che lui stesso è il Signore di tutti, ricco verso tutti quelli che lo invocano. Infatti: «Chiunque invocherà il nome del Signore sarà salvato».
 
Ora, come invocheranno colui nel quale non hanno creduto? Come crederanno in colui del quale non hanno sentito parlare? Come ne sentiranno parlare senza qualcuno che lo annunci? E come lo annunceranno, se non sono stati inviati? Come sta scritto: «Quanto sono belli i piedi di coloro che recano un lieto annuncio di bene!».
 
Ma non tutti hanno obbedito al Vangelo. Lo dice Isaìa: «Signore, chi ha creduto dopo averci ascoltato?». Dunque, la fede viene dall’ascolto e l’ascolto riguarda la parola di Cristo. Ora io dico: forse non hanno udito? Tutt’altro:
«Per tutta la terra è corsa la loro voce,
e fino agli estremi confini del mondo le loro parole».

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