#16dicembre2020 “GIOIRE È CREDERE CHE CRISTO È CONCRETO NELLA MIA VITA” (Mercoledì 3a di Avvento)

A cura di Massimiliano Arena
La stanchezza prende anche Giovanni. Nonostante tutto l’entusiasmo arriva la stanzezza che ci smonta e rende difficile il proseguire.
Allora un po’ come Giovanni Battista cominciamo a chiederci “Gesù sei tu?” Ma sei veramente importante nella vita, cosa centri con le mille cose che mi tocca affrontare?.
La fede necessita di dialogo sincero, oltre i riti, le tradizioni, dobbiamo chiederci quanto Dio sia sempre vivo nella concretezza della mia vita. Altrimenti non stiamo facendo Natale ma tradizione, non stiamo vivendo fede ma religiosità.
Gesù risponde guarendo ciechi, zoppi. Si, Egli vuole affermare che entra nella nostra storia e ci dona la capacità di recuperare la vista per aiutarci a camminare nelle nostre vie, nelle nakfde scelte. Ci slega dal timore di bloccarci, restare paralizzati da paure e ferite.
Egli può, tu devi crederci, devi mettere in dialogo la tua esistenza con la sua.
Ecco il testo del Vangelo
Lc 7,19-23
In quel tempo, Giovanni chiamati due dei suoi discepoli li mandò a dire al Signore: «Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?».
Venuti da lui, quegli uomini dissero: «Giovanni il Battista ci ha mandati da te per domandarti: “Sei tu colui che deve venire o dobbiamo aspettare un altro?”».
In quello stesso momento Gesù guarì molti da malattie, da infermità, da spiriti cattivi e donò la vista a molti ciechi. Poi diede loro questa risposta: «Andate e riferite a Giovanni ciò che avete visto e udito: i ciechi riacquistano la vista, gli zoppi camminano, i lebbrosi sono purificati, i sordi odono, i morti risuscitano, ai poveri è annunciata la buona notizia. E beato è colui che non trova in me motivo di scandalo