#28Dicembre2020 “QUANDO L’AMORE PUÒ EVITARE VITTIME INNOCENTI” (Santi Innocenti Martiri)

A cura di Massimiliano Arena
Non sappiamo quanti sono, ma fosse anche solo uno, sono vittime Innocenti, Martiri che a differenza di Stefano non hanno scelto di morire, non ne erano consapevoli, non era frutto di una scelta consapevole di amore, ma vittime di scelte negative di ideologie.
Qualcuno si chiede ma Dio non poteva evitare? Certo diremmo, può tutto, ma non può nulla contro la libertà umana. Essi non sono morti per amore di Dio, ma per stupidità dell’uomo.
Quante vittime nella storia hanno fatto le ideologie? Le lotte ideologiche? Le paure sociali?
Mentre discutiamo dalle aule politiche ai talk show televisivi di questioni e visioni immigrati muoiono, poveri diventano sempre più poveri vittime di dipendenze e abusi aumentano.
Mentre discutiamo tra noi, nel nostro piccolo, se è giusto o no fare o non fare cose verso amici o parenti, facciamo vittime di dolore nel cuore di akffib, con solitudini, indifferenza, parole brutte.
Gesù, Giuseppe, Maria vivono l’esilio, lungo cammino, faticoso, vivono lo smarrimento per colpa di ideologie. Sono anche essi vittime.
Dio si fa vittima per riempire di amore le vittime.
Egli ci dice che se svegli l’amore, l’attenzione, l’umiltà, lo stile del Natale, forse eviti di fare vittime continue.
Ecco il testo del Vangelo
Mt 2,13-18
I Magi erano appena partiti, quando un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: «Àlzati, prendi con te il bambino e sua madre, fuggi in Egitto e resta là finché non ti avvertirò: Erode infatti vuole cercare il bambino per ucciderlo».
Egli si alzò, nella notte, prese il bambino e sua madre e si rifugiò in Egitto, dove rimase fino alla morte di Erode, perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta:
«Dall’Egitto ho chiamato il mio figlio».
Quando Erode si accorse che i Magi si erano presi gioco di lui, si infuriò e mandò a uccidere tutti i bambini che stavano a Betlemme e in tutto il suo territorio e che avevano da due anni in giù, secondo il tempo che aveva appreso con esatezza dai Magi.
Allora si compì ciò che era stato detto per mezzo del profeta Geremìa:
«Un grido è stato udito in Rama,
un pianto e un lamento grande:
Rachele piange i suoi figli
e non vuole essere consolata,
perché non sono più».