#29Dicembre2020 “NATALE E’ LASCIARSI STUPIRE DAGLI ALTRI” (Quinto giorno Ottava di Natale)

A cura di Massimiliano Arena
Il vecchio Simeone è un uomo che si lascia stupire. Egli uomo della tradizione, anziano e “giusto”, cioè che viveva pienamente il suo essere ebreo osservante, pregando, operando. Lui, proprio lui, si lascia stupire da questo bambino.
Torna la prima parte del Vangelo di Domenica scorsa ma ne cogliamo aspetti nuovi.
E’ li per caso in quel momento, il testo lo dice chiaramente, e “mosso dallo Spirito” va verso il tempio. Incontra per caso Gesù, proprio Colui che attendeva.
Egli attendeva la Consolazione ed ecco il Consolatore.
In realtà nessun fatalismo, nessun per caso, il testo vuole sottolinearci che chi si dispone ad attendere, chi prepara il cuore capace sempre di farsi stupire, di attendere cose nuove, consapevole di non aver raggiunto alcun traguardo di sapienza, di conoscenza, riesce a cogliere in ogni cosa le piccole occasioni.
Mosso dallo Spirito perchè aveva il cuore disposto e disponibile, se così non fosse stato poteva stare anche un anno con Gesù ma da vecchio ebreo osservante non avrebbe ammesso di poter imparare nulla da quel bambino.
Fare Natale è ammettere che l’Amore, la Sapienza, la Verità in carne ed ossa viene a noi e sceglie di farlo in maniera strana, non aspettata, non trionfale, ma semplice. Che sceglie di farlo in vesti umane e che Dio Amore, Sapienza, Verità può nascondersi in qualsiasi uomo, qualsiasi fratello.
Fare Natale è ammettere che nell’altro posso trovare novità, amore, pezzi di verità, perchè nell’altro posso trovare Dio, senza credermi “vecchio” arrivato, sapiente.
Ecco il testo del Vangelo
Lc 2,22-35
Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosè, [Maria e Giuseppe] portarono il bambino [Gesù] a Gerusalemme per presentarlo al Signore – come è scritto nella legge del Signore: «Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore» – e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o due giovani colombi, come prescrive la legge del Signore.
Ora a Gerusalemme c’era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d’Israele, e lo Spirito Santo era su di lui. Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore. Mosso dallo Spirito, si recò al tempio e, mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per fare ciò che la Legge prescriveva a suo riguardo, anch’egli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio, dicendo:
«Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo
vada in pace, secondo la tua parola,
perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza,
preparata da te davanti a tutti i popoli:
luce per rivelarti alle genti
e gloria del tuo popolo, Israele».
Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui. Simeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse:
«Ecco, egli è qui per la caduta e la risurrezione di molti in Israele e come segno di contraddizione – e anche a te una spada trafiggerà l’anima -, affinché siano svelati i pensieri di molti cuori».