#11Febbraio2021 LA RELAZIONE CON CRISTO SIA AMORE LIBERANTE (Giovedì 5a Tempo Ordinario)

A cura di Massimiliano Arena
Dopo averci spiegato spesso chi è Gesù, dopo averci detto che la religione è Amore e non tradizione, in questo testo oggi ci viene spiegata come deve essere la relazione col Cristo.
Nei giorni scorsi abbiamo meditato il senso dell’esperienza religiosa tra tradizione e amore, tra ritualismi sterili e rivoluzione di amore.
Oggi con l’episodio della donna araba-fenicia ci viene offerto si riflettere sul come vivere la Relazione con Cristo.
Una donna araba-fenicia chiede di interagire con Gesù. Apriti cielo, scandalo estremo. Una pagana non doveva avvicinarsi ad un ebreo. Essendo araba-fenice poteva essere pagana, o di culti medio orientali.
Gesù stesso sembra snobbarla forzando la mano e quasi paeangobandola ad un cagnolino.
Ma essa manifesta la sua fede e Gesù la porta a ciò che voleva: sentire la fede, aprire una Relazione profonda con Lei e riempirla di amore.
Molto spesso noi viviamo la nostra relazione con Cristo da cagnolini sudditi, fare queste cose, queste preghiere, chissà otteniamo questo o quest’altro. Avere un timore suddito con ansia di questo si fa e questo no.
Gesù vuole una relazione profonda di amore, sincera, cuore a cuore, semplice e profonda, con il timore dell’amore, la sola ansia di essere profondi, veri.
La Bibbia spesso paragona infatti la relazione Dio-uomo in termini nunziali, come amore Uomo-Donna.
Tutti possiamo avere intima relazione con Cristo. Rivediamola. Essa è nostro La nostra e quella comunitaria. Preghiere, azioni, manifestano sudditanza o amore. Se la relazione è sudditanza vivremo durezza nelle relazioni, se è Amore, saremo rivoluzione.
Ecco il testo del Vangelo
Mc 7,24-30
In quel tempo, Gesù andò nella regione di Tiro. Entrato in una casa, non voleva che alcuno lo sapesse, ma non poté restare nascosto.
Una donna, la cui figlioletta era posseduta da uno spirito impuro, appena seppe di lui, andò e si gettò ai suoi piedi. Questa donna era di lingua greca e di origine siro-fenicia.
Ella lo supplicava di scacciare il demonio da sua figlia. Ed egli le rispondeva: «Lascia prima che si sazino i figli, perché non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini». Ma lei gli replicò: «Signore, anche i cagnolini sotto la tavola mangiano le briciole dei figli». Allora le disse: «Per questa tua parola, va’: il demonio è uscito da tua figlia».
Tornata a casa sua, trovò la bambina coricata sul letto e il demonio se n’era andato