#26Maggio2021 – AL SERVIZIO DELLA GIOIA, GLI UNI PER GLI ALTRI – (San Filippo Neri)

Il Vangelo di oggi parla di servizio, di passione, apparentemente di dolore. Cosa centra la gioia?
I discepoli discutono, quasi litigano tra loro, su chi sia il migliore, su chi debba essere al primo posto.
Gesù con estrema concretezza gli ricorda che sono fuori binario, che seguire Lui è camminare verso la strada della passione, dell’amore che si fa dono serio, non dono fin dove conviene, ma dono serio, capace di annullare se stessi per far spazio all’amore di Dio e ai fratelli.
Cosa significa annullare se stessi? Le proprie ambizioni, le proprie manie di perfezioni. Gesù in Croce, come ricorda il capitolo 4 della Lettera di Filippesi, non considerò prezioso nemmeno il suo essere Dio.
Questa scena della discussione dei discepoli sembra oggi a tante piccoli, inutili, sterili e deleterie discussioni che viviamo nelle nostre comunità cristiane, quando si vuole discutere a chi sia migliore, a chi merita e a chi no.
Discussioni inutili, fuori binario del Vangelo, fuori dalla logica dell’Amore. Sterile e deleterie perchè rischiano di far male alle persone e far venire meno l’Amore fraterno che muove le comunità.
Sterili e deleterie perchè non mettono al centro l’obiettivo principale del Servizio di Amore che vuole Cristo.
Qual’è questo obiettivo? La gioia.
Oggi lo ricorda bene San Filippo Neri, un santo della gioia, un santo che ha speso l’intera esistenza, annullandosi, per recuperare giovani dalla strada e portarli alla vera gioia, con amore.
Recuperiamo un pò di semplicità ed umanità.
Ecco il testo del Vangelo
discepoli ed essi erano sgomenti; coloro che lo seguivano erano impauriti.
Presi di nuovo in disparte i Dodici, si mise a dire loro quello che stava per accadergli: «Ecco, noi saliamo a Gerusalemme e il Figlio dell’uomo sarà consegnato ai capi dei sacerdoti e agli scribi; lo condanneranno a morte e lo consegneranno ai pagani, lo derideranno, gli sputeranno addosso, lo flagelleranno e lo uccideranno, e dopo tre giorni risorgerà».
Gli si avvicinarono Giacomo e Giovanni, i figli di Zebedèo, dicendogli: «Maestro, vogliamo che tu faccia per noi quello che ti chiederemo». Egli disse loro: «Che cosa volete che io faccia per voi?». Gli risposero: «Concedici di sedere, nella tua gloria, uno alla tua destra e uno alla tua sinistra».
Gesù disse loro: «Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io bevo, o essere battezzati nel battesimo in cui io sono battezzato?». Gli risposero: «Lo possiamo». E Gesù disse loro: «Il calice che io bevo, anche voi lo berrete, e nel battesimo in cui io sono battezzato anche voi sarete battezzati. Ma sedere alla mia destra o alla mia sinistra non sta a me concederlo; è per coloro per i quali è stato preparato».
Gli altri dieci, avendo sentito, cominciarono a indignarsi con Giacomo e Giovanni. Allora Gesù li chiamò a sé e disse loro: «Voi sapete che coloro i quali sono considerati i governanti delle nazioni dominano su di esse e i loro capi le opprimono. Tra voi però non è così; ma chi vuole diventare grande tra voi sarà vostro servitore, e chi vuole essere il primo tra voi sarà schiavo di tutti. Anche il Figlio dell’uomo infatti non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti».