#11Luglio2021 – DAL VANGELO LO STILE PER RIPARTENZA SPIRITUALE E SOCIALE – (15ma Domenica del Tempo Ordinario/B)

A cura di Massimiliano Arena

Qui il video commento approfondito

Di seguito il commento scritto

CONFUSIONI GENERALI IERI ED OGGI

Gesù all’epoca inviò i suoi discepoli con queste indicazioni. Discepoli spersi e confusi perchè carichi di un maestro che aveva portato rivoluzione ed interesse, ma soli per il mondo ad affrontare ogni avversità con le sole armi della loro parola carica della Parola del Cristo.

Oggi noi, confusi e smarriti da una pandemia che cambiato i connotati delle nostre Comunità.

Parrocchie svuotate e con attività che stentano a ripartire (sembra quasi che non se ne abbia più la voglia)

Città smarrite, specialmente molte prossime alle elezioni, senza guide, progetti, futuro.

Aziende, contesti sociali ed economici, desiderosi di rilancio ma paurosi a partire da manager e leader.

Queste parole di Gesù possiamo dire che ci apre a tre grandi competenze necessarie oggi per ripartire come leader e come comunità di ogni genere, ecclesiale, sociale, economica: fare gruppo/comunità, ripartire con essenzialità, ripartire dai luoghi, spazi di tutti.

LA COMPETENZA DEL FARE GRUPPO/COMUNITA’

Gesù invia i suoi discepoli a “due a due”, non è un caso la scelta, vi sono svariati motivi spirituali, psicologici, sociologici.

A due a due per dire che lo stile del lavoro in squadra sempre quella più faticoso ( e lo è) ma è quello vincente. La fatica del lavoro di squadra, dell’attendere i tempi di tutti, ascoltare l’idea degli altri, limare la tua idea per andare incontro è uno stile che sembra far perdere tempo ma è l’unica via di uscita vera. Saper fare comunità partendo dall’ascoltarsi, dal guardare alle ferite dell’altro, oltre i sintomi, ma cercando le cause insieme, curando ferite e cause con la tenerezza propria dell’essere gruppo/Comunità.

Saper pensare non più come io, non più come piccolo feudo, ma come Comunità, saper allargare lo sguardo oltre le piccole comunità e pensare un respiro più ampio.

LA COMPETENZA DEL RIPARTIRE DALL’ESSENZIALE

Gesù invia liberi da ogni orpello, apparentemente necessario, ma di cui si può fare a meno. Quante cose superficiali abbiamo aggiunto nei nostri contesti ecclesiali, sociali ed economici, spesso perdendo di vista il cuore delle cose, delle realtà, delle soluzioni.

Quante cose, anche belle e necessarie, le abbiamo svuotate rendendole inutili, pesanti, alcune volte anche dannose.

Quante volte abbiamo riempito le parrocchie di azioni liturgiche, catechesi, incontri, attività, senza chiederci se davvero rispondeva alle esigenze, le sofferenze, del cuore delle persone, spesso sperse nella loro quotidiana vita. Perdendo cosi il “cuore del Vangelo” essenziale per la vita di tanti bisogno di ascolto, tenerezza, accompagnamento.

Quante volte abbiamo trasformato contesti sociali ed economici in eventi, produzioni, azioni pensate col profitto, la bella immagine, senza puntare all’ascolto dei protagonisti, delle varie competenti sociali, degli uomini.

LA COMPETENZA DEL RIPARTIRE DAI LUOGHI/SPAZI DI TUTTI

Gesù inizia la sua missione da una casa, non da una Chiesa, una Cattedrale, non con discorsi, catechesi, liturgie. Invita ad andare nelle case e li restare, magari mangiare con quelle famiglie, chiedere ospitalità condividendo la povertà che diventa ricchezza e dono.

Legandoci a quanto detto prima le nostre Comunità ecclesiali con i loro leader non potranno certo ripartire pensando di ritornare alle “solite” liturgie, catechesi, campi, oratori, senza pensare azioni verso le “case” delle persone, le loro storie. Pensare percorsi di accoglienza, conoscenza del quartiere, ascolto del quartiere, vicinanza, educazione attraverso esperienze concrete di volontariato, di umanità e fraternità.

Le città e la Politica non potranno far a meno di stare in mezzo alle “case delle persone” e non nei palazzi “dei bottoni”, ascoltare i cittadini, creare ponti e non muri, dialoghi, ascolto, progetti condivisi.

Le imprese non potranno essere gestiste dalle stanze degli amministratori guardando solo il profitto, ma occorrerà ascoltare ogni componente, valorizzare ogni competenza mettendo al centro la persona lavoratore e la persona consumatore.

UNO SGUARDO ALLA PRIMA LETTURA

Amos vive questa esperienza di essere chiamato a fare il profeta. Cosa fa il profeta se non colui che cerca di dare una spinta sull’azione del cambiamento, con speranza, coraggio, guardando oltre, osando. Questo sono i profeti, scelti tra la semplicità del popolo ma con il cuore capace di guardare oltre, osare, oltre il si è sempre fatto cosi

UNO SGUARDO ALLA SECONDA LETTURA

E’ l’inno agli Efesini. Un testo poetico stupendo che ci ricorda che possiamo osare il cambiamento perchè siamo Benedetti in Cristo, in Colui che ha deciso di ricapitolare in Lui le cose, cioè portarle sempre dal disordine all’ordine con il Suo Amore. Lui ama, Lui ordina, se noi vogliamo seguire il Suo progetto e lasciarci accompagnare dalla Sua Benedizione, possiamo fare grandi rivoluzioni.

Ecco i testi delle letture

VANGELO – Mc 6,7-13
 
In quel tempo, Gesù chiamò a sé i Dodici e prese a mandarli a due a due e dava loro potere sugli spiriti impuri. E ordinò loro di non prendere per il viaggio nient’altro che un bastone: né pane, né sacca, né denaro nella cintura; ma di calzare sandali e di non portare due tuniche.
E diceva loro: «Dovunque entriate in una casa, rimanetevi finché non sarete partiti di lì. Se in qualche luogo non vi accogliessero e non vi ascoltassero, andatevene e scuotete la polvere sotto i vostri piedi come testimonianza per loro».
Ed essi, partiti, proclamarono che la gente si convertisse, scacciavano molti demòni, ungevano con olio molti infermi e li guarivano.

PRIMA LETTURA – Am 7,12-15
 
In quei giorni, Amasìa, [sacerdote di Betel,] disse ad Amos: «Vattene, veggente, ritìrati nella terra di Giuda; là mangerai il tuo pane e là potrai profetizzare, ma a Betel non profetizzare più, perché questo è il santuario del re ed è il tempio del regno».
Amos rispose ad Amasìa e disse:
«Non ero profeta né figlio di profeta;
ero un mandriano e coltivavo piante di sicomòro.
Il Signore mi prese,
mi chiamò mentre seguivo il gregge.
Il Signore mi disse:
Va’, profetizza al mio popolo Israele».

SECONDA LETTURA – Ef 1,3-10
 
Benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo,
che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli in Cristo.
In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo
per essere santi e immacolati di fronte a lui nella carità,
predestinandoci a essere per lui figli adottivi
mediante Gesù Cristo,
secondo il disegno d’amore della sua volontà,
a lode dello splendore della sua grazia,
di cui ci ha gratificati nel Figlio amato.
In lui, mediante il suo sangue,
abbiamo la redenzione, il perdono delle colpe,
secondo la ricchezza della sua grazia.
Egli l’ha riversata in abbondanza su di noi
con ogni sapienza e intelligenza,
facendoci conoscere il mistero della sua volontà,
secondo la benevolenza che in lui si era proposto
per il governo della pienezza dei tempi:
ricondurre al Cristo, unico capo, tutte le cose,
quelle nei cieli e quelle sulla terra.

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