#18Luglio2021 – LUI SI PREOCCUPA DI TUTTI, DI CIASCUNO – (16ma Domenica Tempo Ordinario/B)

A cura di Massimiliano Arena
Di seguito il commento scritto
DIALOGARE DELLA VITA CON GESU’
Stupendo questo passaggio che apre il testo del Vangelo odierno. I discepoli dialogano di quanto accaduto con Gesù. Della loro vita quotidiana, della stanchezza della loro missione, le preoccupazione del lavoro.
Un paio di riflessioni vorrei condividere in merito a questo passaggio.
Noi colloquiamo con Gesù della nostra vita? Proviamo quotidianamente a ritagliarci qualche minuto di silenzio in cui vivere quell’intensità della preghiera e parlare faccia a faccia con Cristo, oltre le preghiere rituali, le formule che conosciamo, ma momenti in cui gli apriamo il cuore, gli presentiamo preoccupazioni, rabbie. Questa è preghiera profonda, dialogare. Oppure il meraviglioso “pit stop” della Messa Domenicale in cui poter con la ricchezza della Parola provare a rileggere la settimana.
Le nostre iniziative pastorali colloquiano con Gesù? Cioè quando viviamo difficoltà nella Pastorale, momenti di difficoltà tra catechisti, sacerdoti, comunità, come li risolviamo? Con le nostre fisime mentali oppure cercando di colloquiare con la Parola, trovando in essa la giusta lettura delle cose?
E’ NECESSARIO FERMARSI
Gesù invita i suoi, carichi degli affanni che gli condividono, a fermarsi un attimo, dice “da soli ed in disparte”. Si, abbiamo bisogno di momenti personali e staccati dalla quotidianità.
Oggi molti fallimenti della vita umana, della vita pastorale delle Parrocchie, sono dovuti al fatto che non ci fermiamo, non facciamo silenzio sulle situazioni, non lasciamo il giusto spazio allo Spirito Santo di agire, di illuminarci. Sempre tutto di fretta, sempre tutto con ansia.
E’ necessario fermarci, imparare a vivere come detto in precedenza dei momenti di silenzio quotidiani. Oppure rileggere la Celebrazione Domenicale come momento di pausa, provocazione a rileggere la vita attraverso le letture.
Certo non è semplice, ma domanda di molti è “cosa devo fare quando mi fermo a pregare'”. Ci sarebbe da dire tanto, ma mi limito ad un concetto semplice: rilassati, respira piano ed apri il cuore a Dio, riversa in Lui tutta la tua preoccupazione.
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AMORE ANSIOSO PER I FRATELLI
Si, un piccolo paradosso nel Vangelo. Da un lato Gesù chiede di riposare, prendersi il tempo per la preghiera. Dall’altra fa capire che i discepoli vivevano una vita abbastanza frenetica e ansiosa. Dice che “non avevano neanche il tempo di mangiare”. E più avanti dice che Gesù vedendo la folla “Ebbe compassione perchè erano come pecore senza pastore”.
Cosa significa essere pecore senza pastore? Cosa significa vivere questa positiva ansia di amore?
Oggi non ci sono molti punti di riferimento, si parla di “società senza padre”, cioè smarrita senza punti di riferimento sia umani che valoriali. La crisi deriva da tanti motivi, ma uno di questo è l’incapacità di fare i “padri”, cioè essere padri che accompagnano, guidano, stimolano, valorizzano e non tarpano ali, con amore. Questa dimensione del Padre è di tante categorie come sacerdoti, educatori, docenti, politici.
Come diceva qualche Santo e come riprendeva Papa Francesco “non si dovrebbe dormire la notte a sapere che qualche persona a noi affidata si sta perdendo”. E’ questa l’ansia che chiede Gesù, che parte da quella “com-passione”, cioè patire con, soffrire con le problematiche della vita degli altri.
Partendo da qui ci sarebbe da fare profonde analisi della prassi educativa, culturale, politica, pastorale.
UNO SGUARDO ALLA PRIMA LETTURA
Geremia analizza un dato oggettivo ed oggi spesso presente: molti pastori disperdono le pecore anzichè raccoglierle. Molta prassi pastorale oggi che non parte da un dialogo profondo con la Parola, che non è spinta da un voler essere azione dell’Amore di Dio, della Tenerezza di Dio, rischia di far perdere pecore (persone, storie, vite) poichè si mettono al primo posto fisime, idee, criteri di giudizio, lentezze di valutazione. Il testo di Geremia spinge i pastori a rivedere il loro operato e spinge le pecore a restare salde in Dio, perchè sarà Egli stesso a donare nuovi giusti pastori.
UNO SGUARDO ALLA SECONDA LETTURA
Paolo sottolinea, nella Lettera agli Efesini, che Cristo è la nuova pace, è Colui che rende degna la persona di stare davanti a Lui, Egli richiama ciascuno con il Suo Amore da renderlo da lontano vicino. A noi sta sentirci amati da Dio cosi e accettare che Egli ama tutti cosi. Fatto questo nei nostri ruoli di sacerdoti, catechisti, docenti, educatori, cittadini, politici, poi possiamo amare gli altri, cercarli, stimolarli, valorizzarli, perchè chi ha fatto questo per primo è stato Cristo.
Ecco qui i testi delle letture
VANGELO – Mc 6,30-34
In quel tempo, gli apostoli si riunirono attorno a Gesù e gli riferirono tutto quello che avevano fatto e quello che avevano insegnato. Ed egli disse loro: «Venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto, e riposatevi un po’». Erano infatti molti quelli che andavano e venivano e non avevano neanche il tempo di mangiare.
Allora andarono con la barca verso un luogo deserto, in disparte. Molti però li videro partire e capirono, e da tutte le città accorsero là a piedi e li precedettero.
Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, ebbe compassione di loro, perché erano come pecore che non hanno pastore, e si mise a insegnare loro molte cose.
PRIMA LETTURA – Ger 23,1-6
Dice il Signore:
«Guai ai pastori che fanno perire e disperdono il gregge del mio pascolo. Oracolo del Signore.
Perciò dice il Signore, Dio d’Israele, contro i pastori che devono pascere il mio popolo: Voi avete disperso le mie pecore, le avete scacciate e non ve ne siete preoccupati; ecco io vi punirò per la malvagità delle vostre opere. Oracolo del Signore.
Radunerò io stesso il resto delle mie pecore da tutte le regioni dove le ho scacciate e le farò tornare ai loro pascoli; saranno feconde e si moltiplicheranno. Costituirò sopra di esse pastori che le faranno pascolare, così che non dovranno più temere né sgomentarsi; non ne mancherà neppure una. Oracolo del Signore.
Ecco, verranno giorni – oracolo del Signore –
nei quali susciterò a Davide un germoglio giusto,
che regnerà da vero re e sarà saggio
ed eserciterà il diritto e la giustizia sulla terra.
Nei suoi giorni Giuda sarà salvato
e Israele vivrà tranquillo,
e lo chiameranno con questo nome:
Signore-nostra-giustizia».
SECONDA LETTURA – Ef 2,13-18
Fratelli, ora, in Cristo Gesù, voi che un tempo eravate lontani, siete diventati vicini, grazie al sangue di Cristo.
Egli infatti è la nostra pace,
colui che di due ha fatto una cosa sola,
abbattendo il muro di separazione che li divideva,
cioè l’inimicizia, per mezzo della sua carne.
Così egli ha abolito la Legge, fatta di prescrizioni e di decreti,
per creare in se stesso, dei due, un solo uomo nuovo,
facendo la pace,
e per riconciliare tutti e due con Dio in un solo corpo,
per mezzo della croce,
eliminando in se stesso l’inimicizia.
Egli è venuto ad annunciare pace a voi che eravate lontani,
e pace a coloro che erano vicini.
Per mezzo di lui infatti possiamo presentarci, gli uni e gli altri,
al Padre in un solo Spirito.