#29Agosto2021 – GIUDICARE CON MODERAZIONE, POSSIBILMENTE MAI – (22ma Tempo Ordinario/B)

A cura di Massimiliano Arena

UNA ETERNA LOTTA…ANCORA MODERNA

I farisei non mancano occasione per mettere sotto torchio Gesù, cercare di farlo cadere in tranelli legati alla Legge. E’ un’eterna lotta tra il loro tradizionalismo, legalismo e la libertà di Gesù per una Legge superiore che rimette al centro l’Amore a Dio e al prossimo. Attenzione a non giudicare i farisei, non sono dei cattivi da additare, quella era la loro mentalità e cultura, i capisaldi in cui credevano ed in cui davano la vita. Anzi, dovremmo dire che ero bravi ed osservanti della loro linea, ma questa non andava in accordo con Cristo.

Oggi, ancora oggi, ci sono eterne lotto tra tradizionalisti, rigoristi, conservatori, moralisti, tutti coloro che rileggono tutto secondo leggi del se fai cosi è cosi, sei fai in altro modo sei fuori, e dall’altra parte coloro che affermano la totale libertà, il tutto è concesso.

Da queste lotte giudicanti non se ne esce perchè vi è torto e ragione da entrambe le parti, non c’è equilibrio perchè manca appunto la Sapienza di Cristo che tutto regola e rende armonico.

UN CUORE LONTANO DA CRISTO

Perchè Gesù dice che il cuore è lontano da Lui? E’ la teoria del baricentro, se il centro di un oggetto, di un corpo, non è ben centrato, ma il peso e sproporzionato, allora crolla, cade, non si regge in equilibrio. Il nostro cuore ha il baricentro in Cristo crolliamo, perdiamo di vista l’essenziale delle cose, e tutto ci crolla intorno, tutto viene giudicato male, tutto appare male e diventiamo quasi schiavi di questo crollo.

QUESTIONE DI INTENZIONE

Gesù insegna con questo meraviglioso e semplice esempio. Non ciò che entra, ma ciò che esce dalla bocca dell’uomo è impuro. Che significa? Una visione profonda delle cose: se si pensa al legalismo, al tradizionalismo senza senso, alla rigidità morale basata sul giudicare gli altri perchè si ha paura dei propri peccati, allora ogni cosa passerà sotto il nostro giudizio e gli altri saranno sempre dei mostri, su ogni azione saranno sempre negativi. Ciò che esce può essere impuro, cioè ciò che è stato elaborato dall’uomo. Non è un’azione in essa ad essere mostruosa di peccato, non è un atto, una scelta, ma è l’intenzione che l’uomo vi mette che la rende tale. Non si può giudicare sugli atti, ma sulle intenzioni. Un vero peccato si attua solo con piena avvertenza, cioè conoscenza del peccato che stai per fare, deliberato consenso di volerlo fare libero da ogni condizionamento ed esplicito desiderio di fare del male. Tante azioni che compiamo non sono deliberatamente scelte per fare del male, non sono cariche di intenzioni negative, ma sono atti di fragilità oppure atti pensati per fare il bene in quel momento ma che più tardi di comprende non esserlo.

Ecco la Sapienza, il baricentro che da Gesù: smettere di giudicare o per lo meno farlo con moderazione, cercando di comprendere sempre le intenzioni degli altri, i contesti, le vite, le storie.

UNO SGUARDO ALLA PRIMA LETTURA

La prima lettura del Deuteronomio è un forte richiamo alla Legge, appunto un sottolinearne l’importanza. I Farisei non erano mostri cattivi, ma solo osservanti di un loro stile, fedeli di una loro visione, che nella Legge li vedeva uniti a Dio profondamente. La visione di Cristo è altro. Loro sono giustificati, noi no.

UNO SGUARDO ALLA SECONDA LETTURA

Giacomo ci ricorda che la Parola, la Legge, non si osserva solo, non si legge, non si annuncia, si vive. Con quel monito finale di attenzione agli orfani e vedove, categorie socialmente escluse allora, vuole imprimere che nessuna in Cristo nessuna legge, nessuna Parola, è oltre all’attenzione concreta delle storie dei fratelli.

Ecco i testi delle letture

VANGELO – Mc 7,1-8.14-15.21-23

In quel tempo, si riunirono attorno a Gesù i farisei e alcuni degli scribi, venuti da Gerusalemme.
Avendo visto che alcuni dei suoi discepoli prendevano cibo con mani impure, cioè non lavate – i farisei infatti e tutti i Giudei non mangiano se non si sono lavati accuratamente le mani, attenendosi alla tradizione degli antichi e, tornando dal mercato, non mangiano senza aver fatto le abluzioni, e osservano molte altre cose per tradizione, come lavature di bicchieri, di stoviglie, di oggetti di rame e di letti –, quei farisei e scribi lo interrogarono: «Perché i tuoi discepoli non si comportano secondo la tradizione degli antichi, ma prendono cibo con mani impure?».
Ed egli rispose loro: «Bene ha profetato Isaìa di voi, ipocriti, come sta scritto:

“Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me. Invano mi rendono culto,
insegnando dottrine che sono precetti di uomini”.
Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate la tradizione degli uomini». Chiamata di nuovo la folla, diceva loro: «Ascoltatemi tutti e comprendete bene! Non c’è nulla fuori dell’uomo che, entrando in lui, possa renderlo impuro. Ma sono le cose che escono dall’uomo a renderlo impuro». E diceva [ai suoi discepoli]: «Dal di dentro infatti, cioè dal cuore degli uomini, escono i propositi di male: impurità, furti, omicidi, adultèri, avidità, malvagità, inganno, dissolutezza, invidia, calunnia, superbia, stoltezza. Tutte queste cose cattive vengono fuori dall’interno e rendono impuro l’uomo».

PRIMA LETTURA – Dt 4,1-2.6-8

Mosè parlò al popolo dicendo:
«Ora, Israele, ascolta le leggi e le norme che io vi insegno, affinché le mettiate in pratica, perché viviate ed entriate in possesso della terra che il Signore, Dio dei vostri padri, sta per darvi.
Non aggiungerete nulla a ciò che io vi comando e non ne toglierete nulla; ma osserverete i comandi del Signore, vostro Dio, che io vi prescrivo.
Le osserverete dunque, e le metterete in pratica, perché quella sarà la vostra saggezza e la vostra intelligenza agli occhi dei popoli, i quali, udendo parlare di tutte queste leggi, diranno: “Questa grande nazione è il solo popolo saggio e intelligente”.
Infatti quale grande nazione ha gli dèi così vicini a sé, come il Signore, nostro Dio, è vicino a noi ogni volta che lo invochiamo? E quale grande nazione ha leggi e norme giuste come è tutta questa legislazione che io oggi vi do
?».

SECONDA LETTURA – Giac 1,17-18.21-22.27

Fratelli miei carissimi, ogni buon regalo e ogni dono perfetto vengono dall’alto e discendono dal Padre, creatore della luce: presso di lui non c’è variazione né ombra di cambiamento. Per sua volontà egli ci ha generati per mezzo della parola di verità, per essere una primizia delle sue creature.
Accogliete con docilità la Parola che è stata piantata in voi e può portarvi alla salvezza. Siate di quelli che mettono in pratica la Parola, e non ascoltatori soltanto, illudendo voi stessi.
Religione pura e senza macchia davanti a Dio Padre è questa: visitare gli orfani e le vedove nelle sofferenze e non lasciarsi contaminare da questo mondo.

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