#26Gennaio2022 – A MANI LIBERE…SOLO COL VANGELO – (San Timoteo e Tito)

Anche la Festa di oggi, di San Timoteo e Tito, ci porta a riflettere sull’essenza dell’essere missionari, annunciatori della Parola.
Anche il Vangelo di oggi va riletto alla luce della prima lettura che racconta di Timoteo e Tito, colpisce un’espressione “Schietta fede”. Era cosi la fede di questi uomini.
Viene subito una domanda che dovrebbe portare a grande riflessione interiore sulla nostra fede e sulla nostra prassi pastorale e di vita.
La nostra fede e schietta o piena di complicazioni? Cioè l’abbiamo riempita di nostre idee, nostri modelli con cui anzichè portare Dio portiamo giudizi e classificazioni?
Le nostre azioni di vita, le azioni pastorali sono il riflesso di questa fede schietta e rendiamo tutto complicato appesantendo la storia delle persone?
Gesù invia (racconto del Vangelo) i suoi discepoli ad annunciare, li manda insieme con delle indicazioni “senza sandali…borsa…bastone”.
Privi di ogni sicurezza umana, di ogni idea con cui costruire difese e programmi.
Quanto spesso diventiamo noi stessi schiavi delle nostre idee, delle nostre fisime mentali, e anzichè portare il Vangelo a mani libere portiamo la schiavitù delle nostre idee e visioni.
Cade cosi la fede schietta e si fa spazio il peso delle nostre frustrazioni trasformate in fisime verso di noi e che poniamo come peso agli altri. E che fine fa la luce? Dove si vede Dio in tutto ciò?
Recuperiamo la genuinità del Vangelo, la libertà che esso mette nel cuore, la carica esplosiva di amore, tenerezza, luce che chiede di portare in giro.
Più schietti e meno impostati.
Ecco il testo del Vangelo
In quel tempo, il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi.
Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada.
In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra.
Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “È vicino a voi il regno di Dio”»