#06Marzo2022 – UN DESERTO CHE TI FA FIORIRE – (1a Domenica di Quaresima/C)

Qui il video commento approfondito sulle letture di oggi

IL DESERTO TRA POSITIVO E NEGATIVO

Inizio con il deserto, è questa l’ambientazione della scena evangelica che ogni anno ci viene presentata (questa volta nella versione di Luca) nella prima Domenica di Quaresima.

Ma cos’è il deserto? E’ qualcosa di brutto o di positivo e bello?

Il testo del Vangelo ci dice che Gesù è condotto nel deserto dallo Spirito Santo. Può mai lo Spirito Santo portarci in qualcosa di brutto, di negativo?

Quando pensiamo al deserto forse ci viene subito in mente sabbia, solitudine, caldo, aridità, devastazione, non vita.

Ma un bel paesaggio di mare che ci da pace in cui possiamo trovare armonia e ristoro per i pensieri non è un deserto? Un prato che ci dono armonia nel camminarci sopra non è deserto? Un bosco, un parco in ci ritagliamo qualche istante di serenità non è un deserto? La stanza di casa nostra in cui proviamo a darci qualche istante di silenzio per mettere in ordine i pensieri non è un deserto?

Il deserto può essere un luogo brutto e arido, ma può essere anche il luogo in cui fiorire come nuovi, un luogo positivo. Dipende in che deserto vuoi entrare e con chi vuoi entrarci.

In questa Quaresima lasciamoci condurre da Cristo nel deserto, in un luogo (giorno per giorno) in cui rileggere noi stessi, porci delle domande per ristabilire le priorità della nostra vita e mettere un pò di ordine qua e la. Per aiutarci a vincere le “tentazioni”

UN ESAME CHE DURA TUTTA LA VITA

A proposito di tentazione anche qui occorre chiarirsi sul senso che diamo a questa parola. Cosa è la tentazione? E’ qualcosa di negativo? Un male che ci attira e porta alla distruzione. La questione si pone nello stesso modo con cui è stato fatto il ragionamento che ha portato al cambio del “Padre Nostro” nell’espressione da “non ci indurre in tentazione” a “non abbandonarci alla tentazione”.

Il termine utilizzato nel vangelo è “peirasmos” che significa più letteralmente “prova”, “esame”. Girolamo tradusse questo termine nella vulgata latina con “tentatio” che fini poi con “tentazione”. Il concetto è molto più bello e largo.

Si tratta della consapevolezza che la vita ti mette sempre alla prova, che ci troviamo continuamente a fare i conti con degli esami concreti di vita da svolgere. Potremmo dire che la tentazione, la prova, ci servono più che mai per capire se davvero sappiamo vivere, se “abbiamo studiato”, se siamo arrivati alla maturità giusta delle cose o dobbiamo approfondire. Se veniamo “bocciati”, cioè cediamo alla prova, forse ci faremo male ma potremo rialzarci e ricostruire proprio dagli errori.

Gesù vince le tentazioni, ne vince tre, che ci aiutano a capire alcuni approdi dell’uomo alla vita, tre prove più grandi su cui ruota il resto.

TRE PROVE GRANDI

La prima tentazione riguarda il gioco tra desideri/capricci e priorità. Gesù viene tentato dal trasformare delle pietre in pane per un bisogno di fame. Lecito, se hai fame devi mangiare. Molto spesso amplifichiamo troppo i nostri bisogni ed anche quando contengono qualcosa di lecito poi li amplifichiamo e pur di soddisfarli li trasformiamo in qualcosa di illecito. Da desideri diventano capricci. Ma Gesù risponde che “non di solo pane vive l’uomo, ma di ogni Parola di Dio”. Non di desideri trasformati in capricci può vivere l’uomo, ma di priorità importanti da darsi, valori profondi su cui poggiare se stessi.

La seconda tentazione è il potere dell’immagine di se. Il diavolo chiede a Gesù di sottomettersi in cambio avrà potere. Quanto ci piace il potere che nella società di oggi è identificabile con la profonda immagine di se. Viviamo nel mondo dei social, degli influencer, il mondo detto iconico, non più delle parole ma più dell’importanza di immagini. E la più pericolosa e l’immagine di se, quando pur di non apparire fragili, pur di non cedere, pur di essere sempre sopra tutto siamo capaci di distruggere cose belle, distruggere altri, distruggere noi stessi. Gesù risponde che solo a Dio va dato culto e solo Dio adorati. Se l’uomo resta in Dio non sarà schiavo di altre immagini, non sarà schiavo di altri potere, non sarà schiavo nemmeno dell’immagine di se fino a distruggersi.

La terza tentazione è la manipolazione religiosa/o del bene. Il diavolo chiede a Gesù di gettarsi dal tempio perchè gli angeli possano salvarlo. Il potere di Dio messo alla prova, far fare e dire a Dio ciò che vogliamo noi. Quanto spesso in nome di Dio gli uomini hanno fatto cose atroci. Quanto spesso noi in nome di Dio, di un presunto valore, di un presunto bene, manipoliamo le cose da fare del male ad altri, fino a farlo a noi stessi. Gesù risponde che non occorre tentare Dio. L’uomo non deve utilizzare Dio per se, non deve utilizzare il bene per se, l’uomo non deve decidere cosa farebbe o direbbe Dio, all’uomo c’è vivere di Dio ed in Dio e vivere l’amore con i fratelli, solo l’amore, non mettersi al posto di Dio.

UNO SGUARDO ALLA PRIMA LETTURA

>Viene sintetizzato l’episodio storico della schiavitù in Egitto degli Ebrei e lo sguardo di Dio che interviene e libera. Anche noi possiamo diventare schiavi della nostra vita, delle nostre scelte erronee. Le prove possiamo sbagliarle ma nel “deserto”, nel lavoro interiore che vogliamo fare Dio ci illumina, ci libera, ci conduce a vincere nelle prove per essere migliori (liberi) più di prima.

UNO SGUARDO ALLA SECONDA LETTURA

Se proclamerai il nome di Dio sarai salvo. Significa far si che Cristo sia la priorità della nostra vita, sopra ogni cosa, sia il mezzo di misura, la luce, la fonte con cui leggo, guardo la mia vita, a cui attingo per le mie scelte. Solo cosi nella prova non “sarò abbandonato” e sarò salvo.

ECCO I TESTI DELLE LETTURE DI OGGI

VANGELO – Lc 4,1-13

In quel tempo, Gesù, pieno di Spirito Santo, si allontanò dal Giordano ed era guidato dallo Spirito nel deserto, per quaranta giorni, tentato dal diavolo. Non mangiò nulla in quei giorni, ma quando furono terminati, ebbe fame. Allora il diavolo gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di’ a questa pietra che diventi pane». Gesù gli rispose: «Sta scritto: “Non di solo pane vivrà l’uomo”».
Il diavolo lo condusse in alto, gli mostrò in un istante tutti i regni della terra e gli disse: «Ti darò tutto questo potere e la loro gloria, perché a me è stata data e io la do a chi voglio. Perciò, se ti prostrerai in adorazione dinanzi a me, tutto sarà tuo». Gesù gli rispose: «Sta scritto: “Il Signore, Dio tuo, adorerai: a lui solo renderai culto”».

Lo condusse a Gerusalemme, lo pose sul punto più alto del tempio e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gèttati giù di qui; sta scritto infatti: “Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo affinché essi ti custodiscano”; e anche: “Essi ti porteranno sulle loro mani perché il tuo piede non inciampi in una pietra”». Gesù gli rispose: «È stato detto: “Non metterai alla prova il Signore Dio tuo”».
Dopo aver esaurito ogni tentazione, il diavolo si allontanò da lui fino al momento fissato.

PRIMA LETTURA – Dt 26,4-10

Mosè parlò al popolo e disse:
«Il sacerdote prenderà la cesta dalle tue mani e la deporrà davanti all’altare del Signore, tuo Dio, e tu pronuncerai queste parole davanti al Signore, tuo Dio: “Mio padre era un Aramèo errante; scese in Egitto, vi stette come un forestiero con poca gente e vi diventò una nazione grande, forte e numerosa. Gli Egiziani ci maltrattarono, ci umiliarono e ci imposero una dura schiavitù. Allora gridammo al Signore, al Dio dei nostri padri, e il Signore ascoltò la nostra voce, vide la nostra umiliazione, la nostra miseria e la nostra oppressione; il Signore ci fece uscire dall’Egitto con mano potente e con braccio teso, spargendo terrore e operando segni e prodigi. Ci condusse in questo luogo e ci diede questa terra, dove scorrono latte e miele. Ora, ecco, io presento le primizie dei frutti del suolo che tu, Signore, mi hai dato”. Le deporrai davanti al Signore, tuo Dio, e ti prostrerai davanti al Signore, tuo Dio».

SECONDA LETTURA – Rm 10,8-13

Fratelli, che cosa dice [Mosè]? «Vicino a te è la Parola, sulla tua bocca e nel tuo cuore», cioè la parola della fede che noi predichiamo. Perché se con la tua bocca proclamerai: «Gesù è il Signore!», e con il tuo cuore crederai che Dio lo ha risuscitato dai morti, sarai salvo. Con il cuore infatti si crede per ottenere la giustizia, e con la bocca si fa la professione di fede per avere la salvezza.
Dice infatti la Scrittura: «Chiunque crede in lui non sarà deluso». Poiché non c’è distinzione fra Giudeo e Greco, dato che lui stesso è il Signore di tutti, ricco verso tutti quelli che lo invocano. Infatti: «Chiunque invocherà il nome del Signore sarà salvato».

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: