#11Marzo2022 – FERMARSI E’ NECESSARIO – (Venerdì 1a di Quaresima)

Dicevamo ieri che siamo esseri dialoganti, in dialogo con Dio e con gli altri. Fuori da questo sistema non funzioniamo bene.

Difatti è molto duro Gesù nel prendere posizione. Se non funziona la relazione con il fratello non funziona quella con Dio.

E’ un gioco virtuoso o vizioso, dipende!

Se funziona la nostra relazione con Dio bene allora funziona anche quella con i fratelli. Se quella con i fratelli non funziona, allora vuol dire che non funziona quella con Dio.

Gesù infatti dice meglio fermarsi! Meglio evitare di presentare l’offerta all’altare se la relazione con il fratello non funziona.

Dovrebbe fermare tutte le celebrazioni domenicali che facciamo, ovunque abbiamo situazioni di non funzionamento perfetto della fraternità.

Occorre fermare noi stessi allora, avere la capacità di riflettere un attimo sulle priorità e capire se impostiamo le cose secondo le priorità del Vangelo.

Cosa significa secondo le priorità del Vangelo? Cosa significa che funziona o non funziona la relazione con Dio e con il fratello?

Funziona la relazione con Dio se mi sento amato, nel profondo della mia fragilità da ringraziare Dio del Suo Amore e questo mi apre ad amare l’altro, nonostante le sue fragilità e sempre scommettere che l’altro possa migliorare, sempre gioire se l’altro migliora.

Altrimenti meglio fermarsi!

ECCO I TESTI DELLE LETTURE DI OGGI

VANGELO – Matteo 20, 5-26

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli.
Avete inteso che fu detto agli antichi: “Non ucciderai”; chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio. Chi poi dice al fratello: “Stupido”, dovrà essere sottoposto al sinèdrio; e chi gli dice: “Pazzo”, sarà destinato al fuoco della Geènna.
Se dunque tu presenti la tua offerta all’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all’altare, va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono.
Mettiti presto d’accordo con il tuo avversario mentre sei in cammino con lui, perché l’avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia, e tu venga gettato in prigione. In verità io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all’ultimo spicciolo!».

PRIMA LETTURA – Ezechiele 18, 21-28

Così dice il Signore Dio:
«Se il malvagio si allontana da tutti i peccati che ha commesso e osserva tutte le mie leggi e agisce con giustizia e rettitudine, egli vivrà, non morirà. Nessuna delle colpe commesse sarà più ricordata, ma vivrà per la giustizia che ha praticato. Forse che io ho piacere della morte del malvagio – oracolo del Signore – o non piuttosto che desista dalla sua condotta e viva?

Ma se il giusto si allontana dalla giustizia e commette il male, imitando tutte le azioni abominevoli che l’empio commette, potrà egli vivere? Tutte le opere giuste da lui fatte saranno dimenticate; a causa della prevaricazione in cui è caduto e del peccato che ha commesso, egli morirà.
Voi dite: “Non è retto il modo di agire del Signore”. Ascolta dunque, casa d’Israele: Non è retta la mia condotta o piuttosto non è retta la vostra? Se il giusto si allontana dalla giustizia e commette il male e a causa di questo muore, egli muore appunto per il male che ha commesso. E se il malvagio si converte dalla sua malvagità che ha commesso e compie ciò che è retto e giusto, egli fa vivere se stesso. Ha riflettuto, si è allontanato da tutte le colpe commesse: egli certo vivrà e non morirà».

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