#13Marzo2022 – E’ NECESSARIO ILLUMINARE – (2a Domenica di Quaresima/C)

Qui il video approfondimento sulle letture di questa Domenica

QUEL BIANCO COME NEVE

C’è un passaggio nel Vangelo di oggi in cui si dice che la luce che Cristo emanava e le sue vesti erano di una luce e di un candore unico. Si, Cristo può rendere tutto con una luce diversa, la Sua.

Fa pensare subito alla neve, alla sua capacità di far percepire candore, pulito, splendore, alla sua capacità di riflettere la luce.

Fa venire in mente l’espressione di Isaia che dice “Su venite, discutiamo, se i vostri peccati fossero rosso scarlatto diventeranno bianchi come neve”.

Stare davanti alla luce di Cristo porta questa consapevolezza: che davanti a Lui anche la parte più brutta di noi può essere illuminata e diventare bella, rivedersi in altro modo e migliorare.

VORREMMO RESTARE SEMPRE NELL’ESTASI

I discepoli, che Gesù chiama li per dargli una carica di speranza, vorrebbero restarci per sempre, vogliono mettere tenda.

Gesù aveva parlato della sua passione, aveva fatto comprendere come essere suoi discepoli richiedeva coraggio e determinazione, capacità di amare fino in fondo e schierarsi. Iniziavano ad avere paura e avevano bisogno di una dose di speranza, di luce. Gesù si trasfigura, da loro una dose anticipata di Resurrezione, fa capire che le cose si possono vedere e fare in una luce diversa e che in quella luce l’amore che richiede anche coraggio, determinazione e sacrificio non crea buio, non crea paura.

Volevano restare li, in quella beatitudine celestiale, ma devono tornare a valle. Tutti cerchiamo momenti di pace, di estasi, momenti di spiritualità e riflessione…ma poi dobbiamo tornare sempre a valle, nella vita concreta e soffocante piena di problematiche concrete da risolvere, però ogni volta con una luce in più.

E’ NECESSARIA QUELLA LUCE

Quella luce, quella trasfigurazione, noi possiamo vederla nella preghiera, non intesa come ritualismo, parole da dire, ma come capacità di stare davanti a Cristo con la nostra storia, raccontarla e lasciarla illuminare da Lui perchè possa farci vedere aspetti diversi, nuovi, pezzi di strada diversa da percorrere che il nostro limite ci aveva nascosto.

Questo è il risultato di una buona preghiera, dello stare davanti a Cristo: essere capaci di illuminare (ed è necessario) la nostra vita per guardarci meglio dentro, guardare quelle parti nascoste, capire come meglio ripartire e mettere i piedi per non inciampare ancora.

Ma la domanda è sempre come si fa a pregare bene? Occorre andare oltre i ritualismi. Essi servono e possono essere utili ad entrare nella preghiera (Liturgia delle ore, Adorazione, Rosario, Messa), ma poi la preghiera deve diventare incontro personale in cui farmi le mie domande a tu per tu con Cristo, fare un processo di consapevolezza interiore in cui mi scavo dentro, do un nome alle cose, le situazioni e mi confronto con il Vangelo, mi faccio provocare dal Vangelo nelle domande e in esso cerco le risposte, o altre domande. Mi lascio illuminare che in realtà è anche lasciarsi mettere in continuo dubbio di ricerca.

(Per chi volesse approfondire la cosa qui può trovare un corso da me tenuto di 5 ore in lezioni sulla preghiera: CORSO ONLINE SULLA PREGHIERA)

Cosi mi lascio illuminare e vedo oltre il buio.

LA LUCE TI SVEGLIA DAL SONNO

Gesù quando ritorna dai discepoli li trova addormentati. La scena si ripeterà nel Getsemani, Gesù prega tutta la notte e trova i discepoli dormire, incapaci di aver vegliato con Lui, incapaci di essere vigili, pronti.

Il buio ci addormenta, più entriamo nel buio, nella confusione, più ci addormentiamo e più ci anestetizziamo incapaci di reagire alle situazioni.

UNO SGUARDO ALLA PRIMA LETTURA

Anche Abramo vive il torpore, si addormenta. E’ chiamato a vivere la preghiera, creare la relazione con Dio ma si addormenta. La nostra vita è una continua lotta al buio e al sonno che ne consegue che ci nasconde la ragione, la Sapienza. Possiamo sconfiggerlo solo nella luce di Cristo, nell’allenare mente e cuore alla luce, alla preghiera.

UNO SGUARDO ALLA SECONDA LETTURA

Viene ribadito che solo Cristo può trasfigurarci da ciò che siamo di umano e limitato in qualcosa di bello e luminoso. Cristo, il Dio infinto e perfetto che si fa uomo creatura finita ed imperfetta è capace di ricondurre noi uomini imperfetti verso una luce nuova, di viaggio, cammino, verso la continua perfezione.

ECCO I TESTI DELLE LETTURE

VANGELO – Lc 9,28-36

In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giovanni e Giacomo e salì sul monte a pregare. Mentre pregava, il suo volto cambiò d’aspetto e la sua veste divenne candida e sfolgorante. Ed ecco, due uomini conversavano con lui: erano Mosè ed Elìa, apparsi nella gloria, e parlavano del suo esodo, che stava per compiersi a Gerusalemme.
Pietro e i suoi compagni erano oppressi dal sonno; ma, quando si svegliarono, videro la sua gloria e i due uomini che stavano con lui.

Mentre questi si separavano da lui, Pietro disse a Gesù: «Maestro, è bello per noi essere qui. Facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elìa». Egli non sapeva quello che diceva.
Mentre parlava così, venne una nube e li coprì con la sua ombra. All’entrare nella nube, ebbero paura. E dalla nube uscì una voce, che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’eletto; ascoltatelo!».
Appena la voce cessò, restò Gesù solo. Essi tacquero e in quei giorni non riferirono a nessuno ciò che avevano visto.

PRIMA LETTURA – Gen 15,5-12.17-18

In quei giorni, Dio condusse fuori Abram e gli disse: «Guarda in cielo e conta le stelle, se riesci a contarle» e soggiunse: «Tale sarà la tua discendenza». Egli credette al Signore, che glielo accreditò come giustizia.
E gli disse: «Io sono il Signore, che ti ho fatto uscire da Ur dei Caldei per darti in possesso questa terra». Rispose: «Signore Dio, come potrò sapere che ne avrò il possesso?». Gli disse: «Prendimi una giovenca di tre anni, una capra di tre anni, un ariete di tre anni, una tortora e un colombo».
Andò a prendere tutti questi animali, li divise in due e collocò ogni metà di fronte all’altra; non divise però gli uccelli. Gli uccelli rapaci calarono su quei cadaveri, ma Abram li scacciò.
Mentre il sole stava per tramontare, un torpore cadde su Abram, ed ecco terrore e grande oscurità lo assalirono.
Quando, tramontato il sole, si era fatto buio fitto, ecco un braciere fumante e una fiaccola ardente passare in mezzo agli animali divisi. In quel giorno il Signore concluse quest’alleanza con Abram:
«Alla tua discendenza io do questa terra, dal fiume d’Egitto al grande fiume, il fiume Eufrate».

SECONDA LETTURA – Fil 3,17- 4,1

Fratelli, fatevi insieme miei imitatori e guardate quelli che si comportano secondo l’esempio che avete in noi. Perché molti – ve l’ho già detto più volte e ora, con le lacrime agli occhi, ve lo ripeto – si comportano da nemici della croce di Cristo. La loro sorte finale sarà la perdizione, il ventre è il loro dio. Si vantano di ciò di cui dovrebbero vergognarsi e non pensano che alle cose della terra.
La nostra cittadinanza infatti è nei cieli e di là aspettiamo come salvatore il Signore Gesù Cristo, il quale trasfigurerà il nostro misero corpo per conformarlo al suo corpo glorioso, in virtù del potere che egli ha di sottomettere a sé tutte le cose.
Perciò, fratelli miei carissimi e tanto desiderati, mia gioia e mia corona, rimanete in questo modo saldi nel Signore, carissimi!

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