#23Marzo2022 – PAROLA CHE DA’ SENSO – (Mercoledì 3a di Quaresima)

La centralità della Parola è un tema che in Quaresima viene ricordato spesso, una Parola da rileggere nella legge dell’Amore.
La Prima Domenica di Quaresima con il brano delle tentazioni ci ha ricordato di come la Parola di Dio fosse fondamentale, più del pane. L’uomo ha bisogni vari, deve nutrirsi in vari aspetti della sua vita, ma se tralascia la parola di Dio rischia di restare sempre “affamato”, senza senso.
“Non di solo pane vive l’uomo ma di ogni Parola che esce dalla bocca di Dio” avevamo ascoltato.
Il testo di oggi ci ricorda si che la Parola di Dio è fondamentale, lo era per gli Ebrei e lo è per noi cristiani, ma che essa non può prescindere dalla Legge dell’Amore di Cristo.
Gli antichi Ebrei erano educati alla Parola, la vecchia legge della Torah era fondamentale e guida per ogni cosa della vita, lo erano i dieci comandamenti sintesi di tutta la Torah.
Ma i cristiani hanno aggiunto appunto un completamento che fa guardare oltre la legge e da senso alla legge e tutta la vita: l’Amore.
Gesù completa e da visioni più ampie che danno senso. Nella continua a questo testo Gesù rileggerà alcuni passaggi della Legge andando oltre il formalismo, mettendo al centro l’uomo e l’amore tra fratelli, l’amore per il prossimo. Non uccidere non sarà ad esempio solo un atto fisico contro la vita dell’altro, ma anche ogni parola che offende la dignità dell’altro.
Vedere la Legge di Dio come formalismo di questo si fa e questo non si fa ci renderebbe schiavi privi di intelligenza e guerrieri tra noi dividendoci tra buoni e cattivi nella formalità.
Se la Legge di Dio, ogni aspetto, è riletto alla luce dell’amore al prossimo, tutta la vita può attingere senso, nessun aspetto della vita resterebbe fuori dall’essere illuminato dalla Sapienza della Legge e noi diventiamo tutti fratelli in cammino che si sostengono ed amano.
ECCO I TESTI DEL GIORNO
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento. In verità io vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà un solo iota o un solo trattino della Legge, senza che tutto sia avvenuto.
Chi dunque trasgredirà uno solo di questi minimi precetti e insegnerà agli altri a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà, sarà considerato grande nel regno dei cieli».
Mosè parlò al popolo e disse:
«Ora, Israele, ascolta le leggi e le norme che io vi insegno, affinché le mettiate in pratica, perché viviate ed entriate in possesso della terra che il Signore, Dio dei vostri padri, sta per darvi.
Vedete, io vi ho insegnato leggi e norme come il Signore, mio Dio, mi ha ordinato, perché le mettiate in pratica nella terra in cui state per entrare per prenderne possesso. Le osserverete dunque, e le metterete in pratica, perché quella sarà la vostra saggezza e la vostra intelligenza agli occhi dei popoli, i quali, udendo parlare di tutte queste leggi, diranno: “Questa grande nazione è il solo popolo saggio e intelligente”. Infatti quale grande nazione ha gli dèi così vicini a sé, come il Signore, nostro Dio, è vicino a noi ogni volta che lo invochiamo? E quale grande nazione ha leggi e norme giuste come è tutta questa legislazione che io oggi vi do?
Ma bada a te e guàrdati bene dal dimenticare le cose che i tuoi occhi hanno visto, non ti sfuggano dal cuore per tutto il tempo della tua vita: le insegnerai anche ai tuoi figli e ai figli dei tuoi figli».