#08Maggio2022 – UNA VOCE CERTA TRA VOCI INCERTE – (4a Domenica di Pasqua/C)

Qui il commento di approfondimento video alle letture di questa Domenica
Il più breve testo riguardante il buon pastore letto nei tre anni. Tre soli versetti e tutto è incentrato su questa voce del buon pastore che parla perché conosce le sue pecore, ha qualcosa di sensato da dire. Che parla perché le sue pecore riconosco la sua voce.
Questa voce crea la relazione.
DIO CREA CON LA SUA VOCE
Il vecchio libro della Genesi (si oggi la prendiamo da lontano) ci presentava un Dio che dice, parla e le cose prendono forma, la materia informe viene modellata e assume contorno e senso per la Parola di Dio. Dio dice e le cose sono create.
Ecco perché Lui è creatore, Lui conosce ciò che ha fatto, conosce molto beve come funzioniamo noi uomini, nelle meraviglie che siamo e abbiamo, ma anche nei nostri difetti e limiti, nei sistemi che ci portano a sbagliare. Per questo solo nella sua voce possiamo scoprire bene noi stessi. Dare credito alla voce di Dio ci porta a scoprirci meglio, nel profondo più ampio di noi per poter risalire e migliorarci.
UNA VOCE CHE AMA E NON PRETENDE
Parla il Buon Pastore e noi sue pecore possiamo ascoltare la voce, capirla, riconoscerla. È come quella voce che i discepoli di Emmaus a riconoscono e gli arde il cuore. È come quella voce che Maria ascolta al sepolcro che la chiama per nome e riconosce il Maestro. È come quando nella confusione, in mezzo al pericolo e solitudine, senti la voce della persona che ami ed allora il cuore sussulta.
È una voce quella di Dio tra le mille voci del mondo, sempre più ampie e suadenti, che creano “inquinamento acustico del cuore” e ci stordiscono dal riconoscere la vera voce.
Le voci del mondo, delle mode, dei potenti di turno, del potere del successo, del denaro, del compromesso pur di stare a galla, sono voci che pretendono da noi, che ci chiederanno il conto, la voce di Cristo è una voce che ama, che è capace di pagare ogni conto pur di vedere la nostra felicità piena, la nostra salvezza.
UNO SGUARDO ALLA PRIMA LETTURA
Tutta la prima lettura è incentrata sulla potenza della Parola. Paolo e Barnaba annunciano la Parola e tocca i cuori, suscita stupore negli ascoltatori. Paolo e Barnaba parlano con franchezza e coraggio, la Parola di Dio riempie di senso, Sapienza e coraggio le loro parole. Questa parola giunge anche ai pagani ed essi ritrovano il senso.
UNO SGUARDO ALLA SECONDA LETTURA
Giovanni vede la moltitudine vestita di bianco e chiede chi siano. Sono colori che in nome della Parola hanno subito la persecuzione. Cosa gli ha spinti a farlo? Dove hanno preso la forza? Come Paolo e Barnaba dalla Parola hanno preso la Sapienza e la forza e contro ogni voce scomoda hanno sfidato in nome dell’amore pagando con il loro sangue.
ECCO I TESTI DELLE LETTURE DI OGGI
VANGELO – Gv 10,27-30
In quel tempo, Gesù disse: «Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono.
Io do loro la vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperà dalla mia mano.
Il Padre mio, che me le ha date, è più grande di tutti e nessuno può strapparle dalla mano del Padre. Io e il Padre siamo una cosa sola».
PRIMA LETTURA – At 13,14.43-52
In quei giorni, Paolo e Bàrnaba, proseguendo da Perge, arrivarono ad Antiòchia in Pisìdia e, entrati nella sinagoga nel giorno di sabato, sedettero.
Molti Giudei e prosèliti credenti in Dio seguirono Paolo e Bàrnaba ed essi, intrattenendosi con loro, cercavano di persuaderli a perseverare nella grazia di Dio.
Il sabato seguente quasi tutta la città si radunò per ascoltare la parola del Signore. Quando videro quella moltitudine, i Giudei furono ricolmi di gelosia e con parole ingiuriose contrastavano le affermazioni di Paolo. Allora Paolo e Bàrnaba con franchezza dichiararono: «Era necessario che fosse proclamata prima di tutto a voi la parola di Dio, ma poiché la respingete e non vi giudicate degni della vita eterna, ecco: noi ci rivolgiamo ai pagani. Così infatti ci ha ordinato il Signore: “Io ti ho posto per essere luce delle genti, perché tu porti la salvezza sino all’estremità della terra”».
Nell’udire ciò, i pagani si rallegravano e glorificavano la parola del Signore, e tutti quelli che erano destinati alla vita eterna credettero. La parola del Signore si diffondeva per tutta la regione. Ma i Giudei sobillarono le pie donne della nobiltà e i notabili della città e suscitarono una persecuzione contro Paolo e Bàrnaba e li cacciarono dal loro territorio. Allora essi, scossa contro di loro la polvere dei piedi, andarono a Icònio. I discepoli erano pieni di gioia e di Spirito Santo.
SECONDA LETTURA – Ap 7,9.14b-17
Io, Giovanni, vidi: ecco, una moltitudine immensa, che nessuno poteva contare, di ogni nazione, tribù, popolo e lingua. Tutti stavano in piedi davanti al trono e davanti all’Agnello, avvolti in vesti candide, e tenevano rami di palma nelle loro mani.
E uno degli anziani disse: «Sono quelli che vengono dalla grande tribolazione e che hanno lavato le loro vesti, rendendole candide nel sangue dell’Agnello. Per questo stanno davanti al trono di Dio e gli prestano servizio giorno e notte nel suo tempio; e Colui che siede sul trono stenderà la sua tenda sopra di loro.
Non avranno più fame né avranno più sete,
non li colpirà il sole né arsura alcuna,
perché l’Agnello, che sta in mezzo al trono,
sarà il loro pastore
e li guiderà alle fonti delle acque della vita.
E Dio asciugherà ogni lacrima dai loro occhi».