#29Agosto2022 – LA VERITA’ COME CURA DI SE STESSI (Lunedì 22ma Tempo Ordinario)

La verità ti fa male diceva una canzone. Ci fa male perché ci mette a nudo e temiamo ma in realtà proprio in quel essere a nudo possiamo costruire il bene.
Erode e Giovanni Battista. Colui che ha paura della Verità davanti a colui che da la vita per la verità.
Giovanni smaschera in Erode le sue fragilità. La sua sete di potere mista ad irresponsabilità ed instabilità affettive. Giovanni vuole aiutarlo a tornare in sé stesso alla sua verità per rialzarsi e ritrovare la sua vera essenza.
Erode cede ad Erodiade perché perso di amore immaturo e non vero per questa donna che lo rende schiavo. Lui avido di potere sinmuoce come un burattino nelle mani di questa donna a lui dannosa.
Erodiade anche teme la verità che la smaschera come donna incapace di amare ma solo avida di potere, fama, lusso. La figlia di Erodiade non sa cosa sia la verità, cresce nella falsità ed è anche incapace di decidere leii stessa
Quando non stiamo nella verità diventiamo più brutti e cattivi, capaci di perdere senso e fare del male pur di salvarci. Cerchiamo la verità di noi stessi, facciamo verità anche su ciò che non piace, anche se ci chiede scelte coraggiose.
Mc 6,17-29
In quel tempo, Erode aveva mandato ad arrestare Giovanni e lo aveva messo in prigione a causa di Erodìade, moglie di suo fratello Filippo, perché l’aveva sposata. Giovanni infatti diceva a Erode: «Non ti è lecito tenere con te la moglie di tuo fratello». Per questo Erodìade lo odiava e voleva farlo uccidere, ma non poteva, perché Erode temeva Giovanni, sapendolo uomo giusto e santo, e vigilava su di lui; nell’ascoltarlo restava molto perplesso, tuttavia lo ascoltava volentieri.
Venne però il giorno propizio, quando Erode, per il suo compleanno, fece un banchetto per i più alti funzionari della sua corte, gli ufficiali dell’esercito e i notabili della Galilea. Entrata la figlia della stessa Erodìade, danzò e piacque a Erode e ai commensali. Allora il re disse alla fanciulla: «Chiedimi quello che vuoi e io te lo darò». E le giurò più volte: «Qualsiasi cosa mi chiederai, te la darò, fosse anche la metà del mio regno». Ella uscì e disse alla madre: «Che cosa devo chiedere?». Quella rispose: «La testa di Giovanni il Battista». E subito, entrata di corsa dal re, fece la richiesta, dicendo: «Voglio che tu mi dia adesso, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista». Il re, fattosi molto triste, a motivo del giuramento e dei commensali non volle opporle un rifiuto.
E subito il re mandò una guardia e ordinò che gli fosse portata la testa di Giovanni. La guardia andò, lo decapitò in prigione e ne portò la testa su un vassoio, la diede alla fanciulla e la fanciulla la diede a sua madre. I discepoli di Giovanni, saputo il fatto, vennero, ne presero il cadavere e lo posero in un sepolcro