#17Settembre2022 PROTEGGI IL SEME DEL BENE (Sabato 24ma Tempo Ordinario)

Un seme gettato che ha diversi esiti finali.
Un seme che potrebbe rappresentare due diverse letture, o meglio una lettura originale che Gesù stesso ne fa, ed una pratica attuale come conseguenza della nostra vita.


È il seme della Parola di Dio, della bellezza di Dio, che Egli lancia attraverso miriadi di occasioni, situazioni, persone in noi.
L’altra potrebbe essere il frutto di questa parola in noi, come la seminiamo nel mondo, come impostiamo il bene che vogliamo far fruttificare.
Una parola gettata sulla strada. Quando diventiamo duri davanti alle provocazioni di bene, testardi nella nostra visione, nonostante Dio ci stimoli ad un bene maggiore. Quando ci ostiniamo a credere di poter far del bene forse solo per dire a noi stessi di essere ostinati e non perché vogliamo davvero cambiare le situazioni. Forse è meglio cambiare modo di fare il bene.
Una parola che prende radici ma tra i rovi. Il bene ricevuto, le nuove intuizioni, ci entusiasmano, ma alla prima difficoltà cediamo al compromesso del “vediamo come posso guadagnarci meglio”. Il bene se deve fruttare deve avere il coraggio della radicalità, del saper sopportare, tra mille sfide e varianti, il male che ci farà pensare che non ne vale la pena.
Il terreno buono, quello dell’umiltà, che ci fa essere predisposti a metterci in discussione da ciò che ci viene da Dio e dagli altri.
Non potremo mai accogliere e fare del bene se siamo duri all’ascolto delle provocazioni esterne. Se ci entusiasmiamo ma senza accettare che il bene richiede difficoltà e coraggio extra. Solo l’umiltà e la capacità di mettersi sempre in discussione, in rete, ci farà vedere bei frutti.

Lc 8,4-15

In quel tempo, poiché una grande folla si radunava e accorreva a lui gente da ogni città, Gesù disse con una parabola: «Il seminatore uscì a seminare il suo seme. Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada e fu calpestata, e gli uccelli del cielo la mangiarono. Un’altra parte cadde sulla pietra e, appena germogliata, seccò per mancanza di umidità. Un’altra parte cadde in mezzo ai rovi e i rovi, cresciuti insieme con essa, la soffocarono. Un’altra parte cadde sul terreno buono, germogliò e fruttò cento volte tanto». Detto questo, esclamò: «Chi ha orecchi per ascoltare, ascolti!».
I suoi discepoli lo interrogavano sul significato della parabola. Ed egli disse: «A voi è dato conoscere i misteri del regno di Dio, ma agli altri solo con parabole, affinché
vedendo non vedano
e ascoltando non comprendano.
Il significato della parabola è questo: il seme è la parola di Dio. I semi caduti lungo la strada sono coloro che l’hanno ascoltata, ma poi viene il diavolo e porta via la Parola dal loro cuore, perché non avvenga che, credendo, siano salvati. Quelli sulla pietra sono coloro che, quando ascoltano, ricevono la Parola con gioia, ma non hanno radici; credono per un certo tempo, ma nel tempo della prova vengono meno. Quello caduto in mezzo ai rovi sono coloro che, dopo aver ascoltato, strada facendo si lasciano soffocare da preoccupazioni, ricchezze e piaceri della vita e non giungono a maturazione. Quello sul terreno buono sono coloro che, dopo aver ascoltato la Parola con cuore integro e buono, la custodiscono e producono frutto con perseveranza.

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