#20Settembre2022 PESO E LIBERTA’ DELLA PAROLA (Martedì 25ma Tempo Ordinario)

Una scena dura, Gesù sembra non voler riconoscere Maria ed i discepoli. Parla di altri legami nati dalla Parola.
Arrivano Maria ed i “fratelli” e cercano di Lui immerso tra la folla che lo reclama.
Qui immensa discussione sul fratelli. Ma erano altri figli di Maria? Questo cambierebbe poco alla nostra fede, anzi nulla. Ma di fatto la versione più accreditata è che trattasi di “fratelli” intesi dello stesso villaggio. Il termine era usato anche per questo.
Ma il punto essenziale non è qui. Gesù vuole dire che ciò che lo rende vicino, familiare a Lui e solo il cercare di vivere la Parola. Essere cristiani non è uguale ad essere discepoli. L essere cristiani ci fa leggere, ascoltare, meditare la Parola. Essere discepoli significa entrare un pó in crisi davanti alla Parola.
La parola deve fare sentire il peso, metterci in crisi, farci sentire che costa fatica ragionare ed investire i criteri di scelte e azioni. Da libertà la Parola, perché quel peso, quel costo richiesto ci libera il cuore e ti senti più leggero dopo alcune scelte. Libero dal peso del male.
I cristiani leggono e pregano la Parola. I discepoli entrano in crisi cercando di viverla. Essa è peso che ci costa in nuove aloni e scelte, ma è anche libertà, leggerezza quando hai scelto contro il male.
Lc 8,19-21
In quel tempo, andarono da Gesù la madre e i suoi fratelli, ma non potevano avvicinarlo a causa della folla.
Gli fecero sapere: «Tua madre e i tuoi fratelli stanno fuori e desiderano vederti».
Ma egli rispose loro: «Mia madre e miei fratelli sono questi: coloro che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica».