#12ottobre2022 – DIO SI ARRABBIA? – (Mercoledì 28ma Tempo Ordinario)

Si, Dio si arrabbia se non c’è amore. Egli è l’amore, Egli vive passione per l’uomo e lì dove l’uomo non vive l’amore Dio ne soffre con Lui. Si arrabbia non punendo, ma ricordando all’uomo che si sta autcondannando.

Ecco il significato dei tre “guai” del Vangelo di oggi. La traduzione letterale li farebbero suonare più come un “mannaggia a te che stai perdendo un occasione”.

Proviamo ad analizzarli.

I farisei pagavano la decima per i bisogni degli altri. Una imposizione, una legge per liberare la coscienza. Il 10% dei guadagni dati in beneficenza e tutto era ok. Spesso oggi con un offerta per i poveri, un pò di cibo dato in qualche raccolta sentiamo la coscienza ok. Ma Gesù dice dove sta la giustizia e l’amore di Dio? Al discepolo di Cristo non è chiesto questo ma di preoccuaparsi del perchè della povertà, di lottare per le ingiustizie, di dare amore e tenerezza oltre che questione materiali. Essa sono l’emergenza momentanea, ma occorre la capacità di entrare in profonda empatia.

Il secondo “guai”, sempre ai farisei, che lottavano per avere i primi posti, ruoli di visibilità, magari dove potevano comandare ed espletare giudizi sulla vita altrui. Dice che sono come sepolcri in cui la gente cade e pur da viva rischia di trovare la morte. Come viviamo i nostri ruoli verso gli altri? Come servizio che dona vita, felicità, accompagna alla felicità e vita piena, oppure con durezza, egoismo da generare morte negli altri?

Il terzo “guai” perchè imponevano sulla vita degli altri leggi e tradizioni, privazioni, che loro stessi non rispettavano. Spesso ci rifugiamo dietro regole e moralismi che noi stessi non viviamo. Diventano lo scudo con cui possiamo accusare gli altri e ergerci a perfetti. Oggi c’è bisogno di fragili capaci di insegnare le poche cose che sanno vivere e insieme con altri nella fragilità crescere per migliorarsi, non di maestri perfezionisti.

Si, dio si arrabbia se non mettiamo l’amore al primo posto, perchè ci autocondanniamo a perdere belle occasioni. Non basta dare qualcosa, occorre interesse ed empatia che accompagna. Nei ruoli che abbiamo occorre accompagnare e non giudicare per non uccidere chi è ancora vivo. Non servono maestri perfezionisti, ma fragili peccatori capaci di stare accanto e camminare insieme.

Lc 11,42-46
 
In quel tempo, il Signore disse: «Guai a voi, farisei, che pagate la decima sulla menta, sulla ruta e su tutte le erbe, e lasciate da parte la giustizia e l’amore di Dio. Queste invece erano le cose da fare, senza trascurare quelle. Guai a voi, farisei, che amate i primi posti nelle sinagoghe e i saluti sulle piazze. Guai a voi, perché siete come quei sepolcri che non si vedono e la gente vi passa sopra senza saperlo».
Intervenne uno dei dottori della Legge e gli disse: «Maestro, dicendo questo, tu offendi anche noi». Egli rispose: «Guai anche a voi, dottori della Legge, che caricate gli uomini di pesi insopportabili, e quei pesi voi non li toccate nemmeno con un dito!».

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