#16Ottobre2022 – FEDE E GIUSTIZIA – (29ma Domenica Tempo Ordinario/C)

Due protagonisti oggi: un giudice senza giustizia, ed una vedova che chiede giustizia. Al centro un discorso sulla Fede. Ma cosa centra la Fede con la Giustizia? Cosa centra con la gratitudine di cui abbiamo parlato Domenica scorsa?

Il giudice e la vedova sono due paradossi.

Da un lato un giudice disonesto, lui che dovrebbe essere il garante della giustizia è senza giustizia, forse perchè ormai addormentato e pigro dalle tante viste, oppure perchè pigro e chiuso nel suo potere da dimenticare che la giustizia non è solo far rispettare la legge ma porre attenzione ai più deboli.

Dall’altra una vedova, simbolo nella Bibbia di una delle categorie più fragili e povere, senza passato perchè il marito è morto, senza presente perchè sole e senza reddito, senza futuro poichè senza prospettive alcune.

La categoria più bisognosa di giustizia è li a chiedere aiuto all’uomo che in quel momento può.

Il giudice è sordo, eppure alla fine cede. Si, la sua pigrizia cede non per un lume di bontà o di giustizia che si riaccende, ma perchè è stanco di sentirla.

Questa prima parte del Vangelo ci farebbe già porre tante domande sul nostro essere cristiani oggi nella società. Viviamo e pratichiamo la giustizia? Ci sarebbe da fare una grande premessa su cosa sia la giustizia.

Lo sintetizziamo dicendoci che non è solo far applicare delle leggi e punire chi non le rispetta, non è solo dare a ciascuno ciò che gli spetta, non è solo togliere a chi ha di più per dare a chi ha di meno, ma è tutto questo con al centro il desiderio di ridonare dignità a tutti, permettere a tutti di partire dalle stesse condizioni e rifiorire e far emergere tutte le potenzialità.

Quanta passione mettiamo in ciò come cristiani? Quanta voce mettiamo? Come viviamo la giustizia nelle nostre comunità? Permettiamo a tutti di contribuire e fiorire? Come guardiamo all’esterno delle Comunità per essere voce che pensa, progetta, critica ma costruisce con visioni nuove?

Oppure come il giudice stanco e pigro alcune volta facciamo qualcosa per mera coscienza nel dire “cosi ci togliamo questo impegno”?

La giustizia precede la carità, se ci fosse pienamente giustizia forse non avremmo bisogno della carità. Ci siamo educati spesso alla carità ( e mano male) ma meno alla giustizia. La carità alcune volte è più semplice nel “dare qualcosa”, la giustizia è più impegnativa nel rinunciare a qualcosa, nel prendere posizione, nel ristabilire gli ordini.

Gesù utilizza l’episodio della donna e del giudice per richiamare l’attenzione su Dio. Dio è giusto e si preoccupa dei suoi figli. Se un giudice disonesto, anche solo per stanchezza, fa azioni di giustizia quanto più lo farà Dio che è buono.

Qui la risposta alla domanda di prima: cosa centra la Fede con la Giustizia? Cosa centra con la gratitudine di Domenica scorsa?

Il discepolo di Gesù è figlio del Dio Amore e Giustizia. Spesso l’amore è più semplice della giustizia, dare è più semplice del prendere posizione e cambiare gli ordini delle cose con attenzione ai più fragili. Se siamo grati a Dio per ciò che ci ha dato dobbiamo, riempiti di Dio stessi, diventare operatori di Amore e Giustizia, anche se ci costa caro. Dobbiamo ristabilire l’ordine bello nel mondo che Dio ha dato e noi abbiamo scalfito.

UNO SGUARDO ALLA PRIMA LETTURA

Mosè alza le mani in preghiera, vuole giustizia per il suo popolo fedele ma stanco di ricevere ingiustizie e sopprusi. La preghiera di Mosè è necessaria. Non può esserci giustizia senza preghiera , e dalla preghiera scaturisce l’azione della giustizia. Dal cuore di Dio capiamo quale sia la Sua Volontà, se le scelte da fare sono in sintonia con il cuore di Dio carico di Amore e Giustizia. Da li partono le nostre azioni.

UNO SGUARDO ALLA SECONDA LETTURA

Paolo ricorda a Timoteo che ogni parola della Scrittura è ottima per insegnare, ammonire e far tornare alla Giustizia. E’ compito principale del Cristiano ristabilire l’ordine della Giustizia, l’ordine bello che Dio ha messo nel mondo e che noi abbiamo scalfito per egoismo, idolatria.

ECCO I TESTI DELLA DOMENICA

VANGELO – Lc 18,1-8

In quel tempo, Gesù diceva ai suoi discepoli una parabola sulla necessità di pregare sempre, senza stancarsi mai:
«In una città viveva un giudice, che non temeva Dio né aveva riguardo per alcuno. In quella città c’era anche una vedova, che andava da lui e gli diceva: “Fammi giustizia contro il mio avversario”.
Per un po’ di tempo egli non volle; ma poi disse tra sé: “Anche se non temo Dio e non ho riguardo per alcuno, dato che questa vedova mi dà tanto fastidio, le farò giustizia perché non venga continuamente a importunarmi”».
E il Signore soggiunse: «Ascoltate ciò che dice il giudice disonesto. E Dio non farà forse giustizia ai suoi eletti, che gridano giorno e notte verso di lui? Li farà forse aspettare a lungo? Io vi dico che farà loro giustizia prontamente. Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?».

PRIMA LETTURA – Es 17,8-13

In quei giorni, Amalèk venne a combattere contro Israele a Refidìm.
Mosè disse a Giosuè: «Scegli per noi alcuni uomini ed esci in battaglia contro Amalèk. Domani io starò ritto sulla cima del colle, con in mano il bastone di Dio». Giosuè eseguì quanto gli aveva ordinato Mosè per combattere contro Amalèk, mentre Mosè, Aronne e Cur salirono sulla cima del colle.
Quando Mosè alzava le mani, Israele prevaleva; ma quando le lasciava cadere, prevaleva Amalèk. Poiché Mosè sentiva pesare le mani, presero una pietra, la collocarono sotto di lui ed egli vi si sedette, mentre Aronne e Cur, uno da una parte e l’altro dall’altra, sostenevano le sue mani. Così le sue mani rimasero ferme fino al tramonto del sole.
Giosuè sconfisse Amalèk e il suo popolo, passandoli poi a fil di spada

SECONDA LETTURA – 2Tm 3,14-4,2

Figlio mio, tu rimani saldo in quello che hai imparato e che credi fermamente. Conosci coloro da cui lo hai appreso e conosci le sacre Scritture fin dall’infanzia: queste possono istruirti per la salvezza, che si ottiene mediante la fede in Cristo Gesù.
Tutta la Scrittura, ispirata da Dio, è anche utile per insegnare, convincere, correggere ed educare nella giustizia, perché l’uomo di Dio sia completo e ben preparato per ogni opera buona.
Ti scongiuro davanti a Dio e a Cristo Gesù, che verrà a giudicare i vivi e i morti, per la sua manifestazione e il suo regno: annuncia la Parola, insisti al momento opportuno e non opportuno, ammonisci, rimprovera, esorta con ogni magnanimità e insegnamento.

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