#27ottobre2022 – LA PERICOLOSA STRADA DELL’AMORE – (Giovedì 30ma Tempo Ordinario)

Oggi l’attenzione è su Gesù a Gerusalemme, il cammino consapevole verso la sua distruzione, morte, ma anche verso il raggiungimento dell’obiettivo del suo annuncio.
Gesù è un esempio concreto del fatto che la strada dell’amore è solo strada in avanti e spesso contrastata, non compresa.
Gesù chiama “volpe” Erode. Si, un furbo. Oggi tanti furbi (forse spesso lo siamo anche noi) vogliono contrastare altri che fanno il bene perchè mettono in cattiva luce il loro far nulla o il loro far male.
Lo stesso motivo per cui Erode fa tagliare la testa a Giovanni Battista perchè gli pungula la coscienza.
Per amare Dio e i fratelli occorrono progetti di Amore, programmi di vita. Concretezza di Amore pensata da realizzare in spazi e momenti concreti della mia vita perché non restino solo belle idee. Devo chiedermi innanzitutto dove e come vivo questo amore.
Dopo ammettere con consapevolezza che sempre spazi, progetti, intenzioni, saranno minati e minacciati, troveranno ostacoli, spesso bastoni tra le ruote.
Gesù ci insegna che l’amore è una strada che guarda solo avanti. La dura scelta di amare fino in fondo a ciò che ho scelto. L’essere coerenti con Dio, con noi stessi, coi fratelli per amare Dio, noi stessi, i fratelli.
Il male attacca il bene perchè il bene è rivoluzionario, dinamico, produttivo, non sta negli schemi, cambia dove c’è bisogno. Il male preferisce il tutto sotto controllo. Il male furbo attacca il bene perchè non sia smascherato il suo far nulla o far male. Siamo stati sicuramente attaccati o qualche volta abbiamo noi attaccato. Andiamo avanti come Gesù verso Gerusalemme e dimostriamo la solidità e buon intenzione dei nostri progetti.
Lc 13,31-35
In quel momento si avvicinarono a Gesù alcuni farisei a dirgli: «Parti e vattene via di qui, perché Erode ti vuole uccidere».
Egli rispose loro: «Andate a dire a quella volpe: “Ecco, io scaccio demòni e compio guarigioni oggi e domani; e il terzo giorno la mia opera è compiuta. Però è necessario che oggi, domani e il giorno seguente io prosegua nel cammino, perché non è possibile che un profeta muoia fuori di Gerusalemme”.
Gerusalemme, Gerusalemme, tu che uccidi i profeti e lapidi quelli che sono stati mandati a te: quante volte ho voluto raccogliere i tuoi figli, come una chioccia i suoi pulcini sotto le ali, e voi non avete voluto! Ecco, la vostra casa è abbandonata a voi! Vi dico infatti che non mi vedrete, finché verrà il tempo in cui direte: “Benedetto colui che viene nel nome del Signore!”».