#24Novembre2022 – GUARDANDO IN ALTO, CON SPERANZA – (Giovedì 34ma Tempo Ordinario)

Occorre alzare il capo, questo è il messaggio principale di questa pagina. Un incalzare di tragedie e di catastrofi che portano al pensiero della fine del mondo. Gesù chiede una sola cosa: alzare il capo.
Si, puntare lo sguardo verso un orizzonte, verso dove c’è la sorgente di tutto, alzare il capo verso Lui. Le catastrofi ci spingono a guardare sempre verso il basso, farci perdere il desiderio di volare, di guardare in alto.
Un Salmo dice “alzo gli occhi verso i monti, da dove mi verrà il so aiuto”.
Dobbiamo andare, o meglio tornare, verso Lui perchè lo sguardo del nostro cuore riprenda il desiderio di volare, di non lasciarsi infangare, chiudere nel basso.
Davanti alle catastrofi il desiderio e di alzare il capo e volare. Alzare il capo verso Lui e sentirsi liberati perchè amati, perchè solo l’Amore può guarire, liberare da ogni peso.
Alzando lo sguardo verso Lui, tornando con i nostri pensieri sempre a Lui saremo in grado di sentire il Suo Amore per noi, di andare oltre, di guardare oltre la povertà con cui noi uomini vediamo le cose.
La vita è tesa tra il “già e non ancora”.
Il “non ancora” è il tempo finale di Dio, il suo ritorno come dice la Bibbia. Il tempo in cui ogni sofferenza sarà liberata, non ci saranno più lacrime.
Il “già” è l’impegno mio, da cristiano, di costruire ora, qui, frammenti di questa pace futura.
Saremo riempiti dal Suo Amore che ci libererà, ripulirà dagli sguardi pesanti che noi uomini diamo alle cose e ci diamo. Spesso ci appesantiamo senza più essere capaci di guardarci e guardare con tenerezza e amore. Solo alzando lo sguardo verso Lui vedremo tutto in maniera diversa, con gli occhi di chi è guarito dall’Amore e sa gaurdare guarendo le cose.
La vita la vita o con il capo reclinato in basso o con il naso all’insù. Lo sguardo verso il basso porterà alla tristezza sotto il peso delle catastrofi, dei problemi, delle non via di uscita al peso della vita. Il naso all’insù guarda a Dio, punta a trovare un senso, una fonte da cui attingere il coraggio delle scelte. Tra il “già” delle cose accadute e il “non ancora” di Dio, viviamo in una un impegno quotidiano a scegliere vita vera, luminosa, tendente più possibile alla speranza.
Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Luca 21,20-28.
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Quando vedrete Gerusalemme circondata da eserciti, sappiate allora che la sua devastazione è vicina. Allora coloro che si trovano nella Giudea fuggano ai monti, coloro che sono dentro la città se ne allontanino, e quelli in campagna non tornino in città; saranno infatti giorni di vendetta, perché tutto ciò che è stato scritto si compia. Guai alle donne che sono incinte e allattano in quei giorni, perché vi sarà grande calamità nel paese e ira contro questo popolo. Cadranno a fil di spada e saranno condotti prigionieri tra tutti i popoli; Gerusalemme sarà calpestata dai pagani finché i tempi dei pagani siano compiuti. Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, mentre gli uomini moriranno per la paura e per l’attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte.
Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire su una nube con potenza e gloria grande.
Quando cominceranno ad accadere queste cose, alzatevi e levate il capo, perché la vostra liberazione è vicina».