#12Dicembre2022 LA RIVOLUZIONE DELLA RESPONSABILITA’ (Lunedì 3a di Avvento)

Vogliono trarre in inganno Gesù contestando sul ruolo dell’autorità, per accusarlo si bestemmia e sovversione.
Non vogliono riconoscere in Cristo la sua essenza di figlio di Dio, l’essere presenza del Dio di Israele che scende faccia a faccia con gli uomini.
Gesù risponde smascherando la loro ipocrisia e incapacità di prendere posizione e responsabilità. Lo abbiamo sentito di Giovanni Battista che non è una “canna sbattuta dal vento”, cioè non si lascia sballottare da idee ma è deciso nelle sue scelte.
Loro, I farisei accusatori di Gesù, sono disposti a qualsiasi compromesso, venendo meno anche alle loro responsabilità, pur di prendere consensi e favori.
Gesù è l’espressione piena di un Dio che ama l’uomo e si sente responsabile della sua creatura amata. La stella di Giacobbe si sporca le mani impastandosi con l’umanità. Oggi come discepoli di Cristo rivoluzioneremmo il mondo già se vivessimo le nostre responsabilità con passione fino in fondo. Ciascuno al suo posto, sporcandosi le mani.
Mt 21,23-27
In quel tempo, Gesù entrò nel tempio e, mentre insegnava, gli si avvicinarono i capi dei sacerdoti e gli anziani del popolo e dissero: «Con quale autorità fai queste cose? E chi ti ha dato questa autorità?».
Gesù rispose loro: «Anch’io vi farò una sola domanda. Se mi rispondete, anch’io vi dirò con quale autorità faccio questo. Il battesimo di Giovanni da dove veniva? Dal cielo o dagli uomini?».
Essi discutevano fra loro dicendo: «Se diciamo: “Dal cielo”, ci risponderà: “Perché allora non gli avete creduto?”. Se diciamo: “Dagli uomini”, abbiamo paura della folla, perché tutti considerano Giovanni un profeta».
Rispondendo a Gesù dissero: «Non lo sappiamo». Allora anch’egli disse loro: «Neanch’io vi dico con quale autorità faccio queste cose»
Nm 24,2-7. 15-17b
In quei giorni, Balaam alzò gli occhi e vide Israele accampato, tribù per tribù. Allora lo spirito di Dio fu sopra di lui. Egli pronunciò il suo poema e disse:
«Oracolo di Balaam, figlio di Beor,
e oracolo dell’uomo dall’occhio penetrante;
oracolo di chi ode le parole di Dio,
di chi vede la visione dell’Onnipotente,
cade e gli è tolto il velo dagli occhi.
Come sono belle le tue tende, Giacobbe,
le tue dimore, Israele!
Si estendono come vallate,
come giardini lungo un fiume,
come àloe, che il Signore ha piantato,
come cedri lungo le acque.
Fluiranno acque dalle sue secchie
e il suo seme come acque copiose.
Il suo re sarà più grande di Agag
e il suo regno sarà esaltato».
Egli pronunciò il suo poema e disse:
«Oracolo di Balaam, figlio di Beor,
oracolo dell’uomo dall’occhio penetrante,
oracolo di chi ode le parole di Dio
e conosce la scienza dell’Altissimo,
di chi vede la visione dell’Onnipotente,
cade e gli è tolto il velo dagli occhi.
Io lo vedo, ma non ora,
io lo contemplo, ma non da vicino:
una stella spunta da Giacobbe
e uno scettro sorge da Israele».