#22Aprile2023 – CRISTO CAMMINA SULLE NOSTRE PAURE PER ABITARLE – (Sabato 2a di Pasqua)

Spesso combattiamo con le nostre paure finendo distrutti. Se non inseriamo un punto di vista di svolta, speranza, forza, nelle nostre paure, su cui rialzare/ribaltare il tutto, saremo sempre perdenti. Il mare, specialmente in tempesta, era un elemento di paura. Cristo cammina sulle acque, cammina sulle nostre paure, per indicarci vie di visioni differenti, non da soli.

Oggettivamente il mare per l’epoca era misterioso e pauroso, specialmente in una tempesta. Quante paure e tempeste di paure affrontiamo noi. Cristo va incontro ai discepoli camminando sulle acque. Lui è sopra è lo nostre paure, riesce a tenerle sotto i piedi, perchè ci ricorda che noi, creature di Dio, siamo di più delle nostre paure. Dice “non abbiate paura”, quella parola che compare 365 volte nella Bibbia, quasi come a dire che una volta al giorno veniamo spronati a fare meglio.

La prima lettura ci da un elemento di vittoria di una paura. La comunità dei discepoli ricevono una critica che poteva distruggerli. Sono criticati di non fare la carità. Come reagiscono? Si arrabbiano, rompono tutto? No, si mettono in discussione e cerca di trovare la soluzione: nominano sette persone ad occuparsi direttamente di ciò. Un problema, una critica, non fa paura, ma sprona a fare meglio.

Gv 6,16-21 Venuta la sera, i discepoli di Gesù scesero al mare, salirono in barca e si avviarono verso l’altra riva del mare in direzione di Cafàrnao.
Era ormai buio e Gesù non li aveva ancora raggiunti; il mare era agitato, perché soffiava un forte vento.
Dopo aver remato per circa tre o quattro miglia, videro Gesù che camminava sul mare e si avvicinava alla barca, ed ebbero paura. Ma egli disse loro: «Sono io, non abbiate paura!».
Allora vollero prenderlo sulla barca, e subito la barca toccò la riva alla quale erano diretti.

At 6,1-7 In quei giorni, aumentando il numero dei discepoli, quelli di lingua greca mormorarono contro quelli di lingua ebraica perché, nell’assistenza quotidiana, venivano trascurate le loro vedove.
Allora i Dodici convocarono il gruppo dei discepoli e dissero: «Non è giusto che noi lasciamo da parte la parola di Dio per servire alle mense. Dunque, fratelli, cercate fra voi sette uomini di buona reputazione, pieni di Spirito e di sapienza, ai quali affideremo questo incarico. Noi, invece, ci dedicheremo alla preghiera e al servizio della Parola».
Piacque questa proposta a tutto il gruppo e scelsero Stefano, uomo pieno di fede e di Spirito Santo, Filippo, Pròcoro, Nicànore, Timone, Parmenàs e Nicola, un prosèlito di Antiòchia. Li presentarono agli apostoli e, dopo aver pregato, imposero loro le mani.
E la parola di Dio si diffondeva e il numero dei discepoli a Gerusalemme si moltiplicava grandemente; anche una grande moltitudine di sacerdoti aderiva alla fede.

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