Mt 11, 25-30
Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo Gesù disse: «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo.
Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».
RIFLESSIONE
Francesco era un folle innamorato di Dio . Lo chiamavano “giullare” di Dio perché era sempre felice, eppure non aveva più nulla. Da dove veniva questa felicità? Francesco aveva trovato in chi gettare il peso della vita, la fatica dell’esistenza. Aveva trovato la fonte della Sapienza, quella che non è data ai sapienti, ai grandi teologi, o meglio non è data solo a loro, ma ai semplici, a coloro che la vita ha svuotato di tutto e guardano tutto da una prospettiva diversa. Francesco era concreto, semplice, svuotato di tutto per questo vedeva la vita nella sua essenza, e in essa aveva compreso che solo Dio può riempire e dare la comprensione delle cose.

io ho fatto questa esperienza , ma sono come l’ onda , e quando torno indietro mi perdo !
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