12Maggio2024 – ESSERE PRESENZA DI CRISTO – (Ascensione del Signore/B) – Poadcast settimanale

Cristo ha avviato un progetto di amore,di rinnovamento dell’uomo e del mondo.

A te la scelta, se vuoi sentirti amato, di far parte di questo progetto.

A te la scelta, se ti senti amato, di essere collaborare di questo progetto verso le fragilità del mondo e degli altri e vivere un IMPEGNO.

Un impegno però fuori dal sentirsi amati nella propria fragilità può diventare protagonismo non sano, esibizionismo, luogo in cui riversare i propri meccanismi irrisolti e ferire.

Cristo ci chiama a fare cose belle, essere i continuatori della Sua Presenza.

Continua a leggere

9Maggio2024- SI CAMBIERA’ IN GIOIA (Giovedì 6a di Pasqua)

Non capiscono i discepoli quel poco ancora. Gesù sta per lasciarli soli fisicamente (domenica celebriamo il momento dell’Ascensione) e saranno chiamati, come Paolo, a soffrire per portare l’annuncio nel mondo. Sentiranno ostacoli, solitudine, smarrimento, morte.

Ma Gesù tornerà, alla fine dei tempi, nel frattempo invierà lo Spirito. Uno dei frutti dello Spirito è la gioia. Il suo ritorno sarà gioia.

Se hai un obiettivo da costruire esso dentro di te alimenta gioia quotidiana anche se quel quotidiano sarà pesante. Sono gli obiettivi ad alimentare il peso quotidiano.

Paolo ha avuto una forza incredibile nei suoi viaggi, persecuzioni, prigionie.

Gv 16,16-20


In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli: «Un poco e non mi vedrete più; un poco ancora e mi vedrete».
Allora alcuni dei suoi discepoli dissero tra loro: «Che cos’è questo che ci dice: “Un poco e non mi vedrete; un poco ancora e mi vedrete”, e: “Io me ne vado al Padre”?». Dicevano perciò: «Che cos’è questo “un poco”, di cui parla? Non comprendiamo quello che vuol dire».
Gesù capì che volevano interrogarlo e disse loro: «State indagando tra voi perché ho detto: “Un poco e non mi vedrete; un poco ancora e mi vedrete”? In verità, in verità io vi dico: voi piangerete e gemerete, ma il mondo si rallegrerà. Voi sarete nella tristezza, ma la vostra tristezza si cambierà in gioia».

At 18,1-8

In quei giorni, Paolo lasciò Atene e si recò a Corìnto. Qui trovò un Giudeo di nome Aquila, nativo del Ponto, arrivato poco prima dall’Italia, con la moglie Priscilla, in seguito all’ordine di Claudio che allontanava da Roma tutti i Giudei.
Paolo si recò da loro e, poiché erano del medesimo mestiere, si stabilì in casa loro e lavorava. Di mestiere, infatti, erano fabbricanti di tende. Ogni sabato poi discuteva nella sinagoga e cercava di persuadere Giudei e Greci.
Quando Sila e Timòteo giunsero dalla Macedònia, Paolo cominciò a dedicarsi tutto alla Parola, testimoniando davanti ai Giudei che Gesù è il Cristo. Ma, poiché essi si opponevano e lanciavano ingiurie, egli, scuotendosi le vesti, disse: «Il vostro sangue ricada sul vostro capo: io sono innocente. D’ora in poi me ne andrò dai pagani».
Se ne andò di là ed entrò nella casa di un tale, di nome Tizio Giusto, uno che venerava Dio, la cui abitazione era accanto alla sinagoga. Crispo, capo della sinagoga, credette nel Signore insieme a tutta la sua famiglia; e molti dei Corìnzi, ascoltando Paolo, credevano e si facevano battezzare

8Maggio2024- PESO DA PORTARE (Mercoledì 6a di Pasqua)

Non siamo capaci di portare il peso dice Gesù. Quale peso?

Quello che spiego quando dico che ci scontreremo con la nostra fragilità e con quella altrui.

È il peso del male, del rifiuto di Dio nel mondo…il rifiuto del bene per chi non crede.

Paolo stesso lo ha sperimentato essendosi forse anche riempito di orgoglio nel predicare ad Atene.

Restare fissi in Cristo e/o in ciò che ci crede e lo Spirito Santo suggerirà ogni cosa, lascerà comprendere nella coscienza qual’è la migliore reazione alle cose.

Gv 16,12-15

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
«Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso.
Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future.
Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà».

At 17,15.22-18,1

In quei giorni, quelli che accompagnavano Paolo lo condussero fino ad Atene e ripartirono con l’ordine, per Sila e Timòteo, di raggiungerlo al più presto.
Paolo, in piedi in mezzo all’Areòpago, disse: «Ateniesi, vedo che, in tutto, siete molto religiosi. Passando infatti e osservando i vostri monumenti sacri, ho trovato anche un altare con l’iscrizione: “A un Dio ignoto”.
Ebbene, colui che, senza conoscerlo, voi adorate, io ve lo annuncio. Il Dio che ha fatto il mondo e tutto ciò che contiene, che è Signore del cielo e della terra, non abita in templi costruiti da mani d’uomo né dalle mani dell’uomo si lascia servire come se avesse bisogno di qualche cosa: è lui che dà a tutti la vita e il respiro e ogni cosa. Egli creò da uno solo tutte le nazioni degli uomini, perché abitassero su tutta la faccia della terra. Per essi ha stabilito l’ordine dei tempi e i confini del loro spazio perché cerchino Dio, se mai, tastando qua e là come ciechi, arrivino a trovarlo, benché non sia lontano da ciascuno di noi. In lui infatti viviamo, ci muoviamo ed esistiamo, come hanno detto anche alcuni dei vostri poeti: “Perché di lui anche noi siamo stirpe”.
Poiché dunque siamo stirpe di Dio, non dobbiamo pensare che la divinità sia simile all’oro, all’argento e alla pietra, che porti l’impronta dell’arte e dell’ingegno umano. Ora Dio, passando sopra ai tempi dell’ignoranza, ordina agli uomini che tutti e dappertutto si convertano, perché egli ha stabilito un giorno nel quale dovrà giudicare il mondo con giustizia, per mezzo di un uomo che egli ha designato, dandone a tutti prova sicura col risuscitarlo dai morti».
Quando sentirono parlare di risurrezione dei morti, alcuni lo deridevano, altri dicevano: «Su questo ti sentiremo un’altra volta». Così Paolo si allontanò da loro. Ma alcuni si unirono a lui e divennero credenti: fra questi anche Dionigi, membro dell’Areòpago, una donna di nome Dàmaris e altri con loro.
Dopo questi fatti Paolo lasciò Atene e si recò a Corìnto.

7Maggio2024 CONTINUARE (Martedì 6a di Pasqua)

Soffrivano la partenza di Cristo che stava annunciando i discepoli. Essere cristiani non era una cosa di vanto, di élite, una questione soft. Era una vera sfida per sé stessi e per la società.

Oggi ci siamo intiepiditi, abbiamo il “cristianesimo da divano” come dice Papa Francesco. Bello fare delle cose, dei riti, qualche buona opera, ma senza incidere davvero in maniera rivoluzionaria nel mondo. Spesso nel farlo corriamo anche il rischio di mettere al centro protagonismo e tornaconti che distruggono il messaggio stesso di Cristo.

Nessuna catena poteva fermare Paolo e gli altri. Nulla può fermare il messaggio di Cristo. Non ostacoliamolo facendo i cristiani comodi, saremmo noi stessi a perderne bellezza.

Gv 16,5-11

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
«Ora vado da colui che mi ha mandato e nessuno di voi mi domanda: “Dove vai?”. Anzi, perché vi ho detto questo, la tristezza ha riempito il vostro cuore.
Ma io vi dico la verità: è bene per voi che io me ne vada, perché, se non me ne vado, non verrà a voi il Paràclito; se invece me ne vado, lo manderò a voi.
E quando sarà venuto, dimostrerà la colpa del mondo riguardo al peccato, alla giustizia e al giudizio. Riguardo al peccato, perché non credono in me; riguardo alla giustizia, perché vado al Padre e non mi vedrete più; riguardo al giudizio, perché il principe di questo mondo è già condannato».

At 16,22-34

In quei giorni, la folla [degli abitanti di Filippi] insorse contro Paolo e Sila, e i magistrati, fatti strappare loro i vestiti, ordinarono di bastonarli e, dopo averli caricati di colpi, li gettarono in carcere e ordinarono al carceriere di fare buona guardia. Egli, ricevuto quest’ordine, li gettò nella parte più interna del carcere e assicurò i loro piedi ai ceppi.
Verso mezzanotte Paolo e Sila, in preghiera, cantavano inni a Dio, mentre i prigionieri stavano ad ascoltarli. D’improvviso venne un terremoto così forte che furono scosse le fondamenta della prigione; subito si aprirono tutte le porte e caddero le catene di tutti.
Il carceriere si svegliò e, vedendo aperte le porte del carcere, tirò fuori la spada e stava per uccidersi, pensando che i prigionieri fossero fuggiti. Ma Paolo gridò forte: «Non farti del male, siamo tutti qui». Quello allora chiese un lume, si precipitò dentro e tremando cadde ai piedi di Paolo e Sila; poi li condusse fuori e disse: «Signori, che cosa devo fare per essere salvato?». Risposero: «Credi nel Signore Gesù e sarai salvato tu e la tua famiglia». E proclamarono la parola del Signore a lui e a tutti quelli della sua casa.
Egli li prese con sé, a quell’ora della notte, ne lavò le piaghe e subito fu battezzato lui con tutti i suoi; poi li fece salire in casa, apparecchiò la tavola e fu pieno di gioia insieme a tutti i suoi per avere creduto in Dio.

6Maggio – IL DIFENSORE (Lunedì 6a di Pasqua)

Il Paraclito, così è definito lo Spirito Santo. Letteralmente Colui che parlerà al nostro posto, ci difenderà. Non perché noi non parleremo o non dovremmo metterci responsabilità, ma nella preghiera ci darà la ragione necessaria a comprendere e argomentare.

Quella ragione che ogni uomo dovrebbe avere e che spesso perdiamo per la nostra fragilità.

È un amorevole avviso di Gesù ai discepoli a stare attenti a non pensare la vita come solo cose belle.

I primi discepoli sperimentarono contrarietà trovando maggiore accoglienza lì dove non si aspettavano.

VANGELO Gv 15,26-16,4

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
«Quando verrà il Paràclito, che io vi manderò dal Padre, lo Spirito della verità che procede dal Padre, egli darà testimonianza di me; e anche voi date testimonianza, perché siete con me fin dal principio.
Vi ho detto queste cose perché non abbiate a scandalizzarvi. Vi scacceranno dalle sinagoghe; anzi, viene l’ora in cui chiunque vi ucciderà crederà di rendere culto a Dio. E faranno ciò, perché non hanno conosciuto né il Padre né me. Ma vi ho detto queste cose affinché, quando verrà la loro ora, ve ne ricordiate, perché io ve l’ho detto».

PRIMA LETTURA At 16,11-15

Salpati da Tròade, facemmo vela direttamente verso Samotràcia e, il giorno dopo, verso Neàpoli e di qui a Filippi, colonia romana e città del primo distretto della Macedònia.
Restammo in questa città alcuni giorni. Il sabato uscimmo fuori della porta lungo il fiume, dove ritenevamo che si facesse la preghiera e, dopo aver preso posto, rivolgevamo la parola alle donne là riunite.
Ad ascoltare c’era anche una donna di nome Lidia, commerciante di porpora, della città di Tiàtira, una credente in Dio, e il Signore le aprì il cuore per aderire alle parole di Paolo.
Dopo essere stata battezzata insieme alla sua famiglia, ci invitò dicendo: «Se mi avete giudicata fedele al Signore, venite e rimanete nella mia casa». E ci costrinse ad accettare

5Maggio2024 – SE NON E’ GIOIA…NON E’ VANGELO – (6a Domenica di Pasqua/B) – Poadcast settimanale

Se ti senti amato/a sei felice!

Se vivi la relazione con Cristo devi produrre gioia, riempire di gioia ogni aspetto della tua vita, costruire gioia negli spazi di società attorno a te, aiutare gli altri a trovare la loro gioia.

Gioia non significa senza problemi, pesi, ansie. Ma capaci di andare oltre perchè amati, immersi in un progetto più grande.

A questo ci chiama Cristo.

Continua a leggere

30Aprile2024 VI LASCIO LA PACE (Martedì 5a di Pasqua)

Gesù chiede di amarlo e capire cosa è venuto a fare. Lui ha avuto un progetto dal Padre: santificare il mondo e riempirlo di amore per salvarlo dal peccato. È la Pace di cui parla. Un mondo dove l’uomo ha fatto trionfare egoismo che distrugge vite personali e comunitarie, singoli e nazioni.

Costruire la Pace, il Bene, non è questione di slogan, ma chiedersi se come singoli prima di tutto, nella nostra vita e intorno a noi, stiamo costruendo un progetto.

Paolo, con i primi discepoli, ha portato avanti questo progetto.

Gv 14,27-31

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
«Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi.
Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore. Avete udito che vi ho detto: “Vado e tornerò da voi”. Se mi amaste, vi rallegrereste che io vado al Padre, perché il Padre è più grande di me. Ve l’ho detto ora, prima che avvenga, perché, quando avverrà, voi crediate.
Non parlerò più a lungo con voi, perché viene il prìncipe del mondo; contro di me non può nulla, ma bisogna che il mondo sappia che io amo il Padre, e come il Padre mi ha comandato, così io agisco».

At 14,19-28

In quei giorni, giunsero [a Listra] da Antiòchia e da Icònio alcuni Giudei, i quali persuasero la folla. Essi lapidarono Paolo e lo trascinarono fuori della città, credendolo morto. Allora gli si fecero attorno i discepoli ed egli si alzò ed entrò in città. Il giorno dopo partì con Bàrnaba alla volta di Derbe.
Dopo aver annunciato il Vangelo a quella città e aver fatto un numero considerevole di discepoli, ritornarono a Listra, Icònio e Antiòchia, confermando i discepoli ed esortandoli a restare saldi nella fede «perché – dicevano – dobbiamo entrare nel regno di Dio attraverso molte tribolazioni». Designarono quindi per loro in ogni Chiesa alcuni anziani e, dopo avere pregato e digiunato, li affidarono al Signore, nel quale avevano creduto.
Attraversata poi la Pisìdia, raggiunsero la Panfìlia e, dopo avere proclamato la Parola a Perge, scesero ad Attàlia; di qui fecero vela per Antiòchia, là dove erano stati affidati alla grazia di Dio per l’opera che avevano compiuto.
Appena arrivati, riunirono la Chiesa e riferirono tutto quello che Dio aveva fatto per mezzo loro e come avesse aperto ai pagani la porta della fede. E si fermarono per non poco tempo insieme ai discepoli.

29Aprile2024 TEMPESTA E SOLIDITÀ (Lunedì 5a di Pasqua)

I discepoli non sono capaci di riconoscere Cristo, anzi quasi gli fa paura. Non sono capaci in quel momento di smarrimento e tensione di riconoscere il proprio punto di riferimento. Fissiamo bene i nostri punti, la base e la fonte delle nostre scelte per resistere alle frequenti tempeste della vita.

I discepoli rischiavano di litigare e perdere di vista il necessario dovendo scegliere se fosse più importante annunciare la Parola p assistere le vedove povere. Entrambe cose necessarie ma si erano smarriti perdendo di vista l’obiettivo del Vangelo. Rimesso al centro l’obiettivo la soluzione arrivò con creatività.

ECCO LE LETTURE

Gv 6,16-21

Venuta la sera, i suoi discepoli di Gesù scesero al mare, salirono in barca e si avviarono verso l’altra riva del mare in direzione di Cafàrnao.

Era ormai buio e Gesù non li aveva ancora raggiunti; il mare era agitato, perché soffiava un forte vento.

Dopo aver remato per circa tre o quattro miglia, videro Gesù che camminava sul mare e si avvicinava alla barca, ed ebbero paura. Ma egli disse loro: «Sono io, non abbiate paura!».

Allora vollero prenderlo sulla barca, e subito la barca toccò la riva alla quale erano diretti

At 6,1-7


In quei giorni, aumentando il numero dei discepoli, quelli di lingua greca mormorarono contro quelli di lingua ebraica perché, nell’assistenza quotidiana, venivano trascurate le loro vedove.

Allora i Dodici convocarono il gruppo dei discepoli e dissero: «Non è giusto che noi lasciamo da parte la parola di Dio per servire alle mense. Dunque, fratelli, cercate fra voi sette uomini di buona reputazione, pieni di Spirito e di sapienza, ai quali affideremo questo incarico. Noi, invece, ci dedicheremo alla preghiera e al servizio della Parola».

Piacque questa proposta a tutto il gruppo e scelsero Stefano, uomo pieno di fede e di Spirito Santo, Filippo, Pròcoro, Nicànore, Timone, Parmenàs e Nicola, un prosèlito di Antiòchia. Li presentarono agli apostoli e, dopo aver pregato, imposero loro le mani.

E la parola di Dio si diffondeva e il numero dei discepoli a Gerusalemme si moltiplicava grandemente; anche una grande moltitudine di sacerdoti aderiva alla fede.

28Aprile2024 – INNESTATI NELL’AMORE – (5a Domenica di Pasqua/B) – Poadcast

Se il nostro passato è pieno di fallimenti, ferite, errori, corriamo il rischio di sentire di non meritare più cose belle.

Se il passato degli altri è stato cosi, corriamo il rischio di giudicarlo non meritevole di fare del bene con debito per il futuro.

Per Cristo conta solo che da oggi decidiamo di creare legame con Lui, innestarci in Lui che è amore.

Se ti senti amato in questo legame, e hai come obiettivo amare tutto e tutti come ama Lui, allora ciò che farai porterà frutto inevitabilmente.

Continua a leggere

26Aprile2024 – LA PACE NEL CUORE – (Venerdì 4a di Pasqua)

Non è semplice custodire pace, serenità, speranza nel mondo. Cristo invita a non avere il cuore turbato.

Seguire Lui che è VIA, VERITA’ e VITA non è avere esenzione da scelte difficili da fare, ma è avere quella pace nel cuore, quella bussola necessaria a scegliere con giusta consapevolezza, avere un mezzo di misura con cui rivedere se stessi e le proprie scelte continuamente.

La pace del cuore non è assenza di difficoltà, ma ritrovamente di se stessi e di orizzonti.

Facciamo lo sforzo di rileggere il tutto secondo Cristo, chiederci come scegliamo, pensiamo, agiamo.

Non sarà facile, ma avremo la Pace del cuore pur nelle difficoltà.

ECCO LE LETTURE

Gv 14,1-6

In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
«Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore. Se no, vi avrei mai detto: “Vado a prepararvi un posto”? Quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, verrò di nuovo e vi prenderò con me, perché dove sono io siate anche voi. E del luogo dove io vado, conoscete la via».
Gli disse Tommaso: «Signore, non sappiamo dove vai; come possiamo conoscere la via?». Gli disse Gesù: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me».