30Gennaio2024 DESIDERIO DI GUARIGIONE (Martedì 4a Tempo Ordinario)

Tutti abbiamo bisogno di salvezza e guarigione.

Con questa consapevolezza avremmo poco da giudicarci a vicenda.

Il Vangelo di oggi ci presenta due guarigioni intrecciate, due storie che sono sintesi delle nostre storie.

La figlia di Giairo, un ebreo che chiede salvezza a Gesù (che scandalo), trova in Lui l’ultimo appoggio. Una bambina morta, ma che Gesù dice che dorme e va risvegliata.

Alcune volte ci addormentiamo, adagiamo nel male che abbiamo scelto fino ad abituarci e credere che sia bene. Necessitiamo di essere risvegliati, essere scossi.

La seconda guarigione è una donna che perde sangue, tra la folla. Forse un ciclo abbondante, un fibroma, un caso di endometriosi. Ha perso forze e tempo dietro medici per cercare una cura. È definita impura, lo erano le donne durante il ciclo e dopo il parto secondo la tradizione Ebraica.

Riassume noi che alcune volte abbiamo perso le forze dietro “false salvezze” che non ci hanno portato a nulla.
Cristo ci guarda uno ad uno, nell’intimo, col desiderio di salvarci.

Mc 5,21-43 In quel tempo, essendo Gesù passato di nuovo in barca all’altra riva, gli si radunò attorno molta folla ed egli stava lungo il mare. E venne uno dei capi della sinagoga, di nome Giàiro, il quale, come lo vide, gli si gettò ai piedi e lo supplicò con insistenza: «La mia figlioletta sta morendo: vieni a imporle le mani, perché sia salvata e viva». Andò con lui. Molta folla lo seguiva e gli si stringeva intorno.
Ora una donna, che aveva perdite di sangue da dodici anni e aveva molto sofferto per opera di molti medici, spendendo tutti i suoi averi senza alcun vantaggio, anzi piuttosto peggiorando, udito parlare di Gesù, venne tra la folla e da dietro toccò il suo mantello. Diceva infatti: «Se riuscirò anche solo a toccare le sue vesti, sarò salvata». E subito le si fermò il flusso di sangue e sentì nel suo corpo che era guarita dal male.
E subito Gesù, essendosi reso conto della forza che era uscita da lui, si voltò alla folla dicendo: «Chi ha toccato le mie vesti?». I suoi discepoli gli dissero: «Tu vedi la folla che si stringe intorno a te e dici: “Chi mi ha toccato?”». Egli guardava attorno, per vedere colei che aveva fatto questo. E la donna, impaurita e tremante, sapendo ciò che le era accaduto, venne, gli si gettò davanti e gli disse tutta la verità. Ed egli le disse: «Figlia, la tua fede ti ha salvata. Va’ in pace e sii guarita dal tuo male».
Stava ancora parlando, quando dalla casa del capo della sinagoga vennero a dire: «Tua figlia è morta. Perché disturbi ancora il Maestro?». Ma Gesù, udito quanto dicevano, disse al capo della sinagoga: «Non temere, soltanto abbi fede!». E non permise a nessuno di seguirlo, fuorché a Pietro, Giacomo e Giovanni, fratello di Giacomo.
Giunsero alla casa del capo della sinagoga ed egli vide trambusto e gente che piangeva e urlava forte. Entrato, disse loro: «Perché vi agitate e piangete? La bambina non è morta, ma dorme». E lo deridevano. Ma egli, cacciati tutti fuori, prese con sé il padre e la madre della bambina e quelli che erano con lui ed entrò dove era la bambina. Prese la mano della bambina e le disse: «Talità kum», che significa: «Fanciulla, io ti dico: àlzati!». E subito la fanciulla si alzò e camminava; aveva infatti dodici anni. Essi furono presi da grande stupore. E raccomandò loro con insistenza che nessuno venisse a saperlo e disse di darle da mangiare.

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