
Giovanni Battista è un duro, il Vangelo lo presenta nei vari episodio come una persona che ha fatto scelte essenziali e radicali nella sua vita.
Ha scelto Cristo, lo annuncia e difende la Verità del Vangelo che è la Verità dell’uomo nel costrurie se stesso e la società secondo il nuovo ordine dell’Amore di Cristo.
Noi invece, anche come cristiani, spesso scendiamo a compromessi vari. Si….ma fino ad un certo punto, quando conviene, quando magari posso accaparrare qualche beneficio per me, quando penso di raggiungere qualche facile felicità, mi permetto ogni cosa, pur sapendo che può far male a me, ad altri, alla società.
Che male c’è diciamo. Giovanni Battista smaschera la verità degli errori e perde la testa letteralmente, ma resta se stesso.
La figlia di Erodiade, di cui il Vangelo neanche riporta il nome come a dire una persona senza storia e identità, non sa prendere decisioni, è l’opposto di Giovanni. Deve appoggiarsi alla madre da cui dipende per la sua agiata ricchezza e compromessi, ed entrambe devono accontentare Erode da cui dipendono.
Il figlio di Dio dipende solo da Dio.
Mt 14,1-12
In quel tempo al tetrarca Erode giunse notizia della fama di Gesù. Egli disse ai suoi cortigiani: «Costui è Giovanni il Battista. È risorto dai morti e per questo ha il potere di fare prodigi!».
Erode infatti aveva arrestato Giovanni e lo aveva fatto incatenare e gettare in prigione a causa di Erodìade, moglie di suo fratello Filippo. Giovanni infatti gli diceva: «Non ti è lecito tenerla con te!». Erode, benché volesse farlo morire, ebbe paura della folla perché lo considerava un profeta.
Quando fu il compleanno di Erode, la figlia di Erodìade danzò in pubblico e piacque tanto a Erode che egli le promise con giuramento di darle quello che avesse chiesto. Ella, istigata da sua madre, disse: «Dammi qui, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista».
Il re si rattristò, ma a motivo del giuramento e dei commensali ordinò che le venisse data e mandò a decapitare Giovanni nella prigione. La sua testa venne portata su un vassoio, fu data alla fanciulla e lei la portò a sua madre.
I suoi discepoli si presentarono a prendere il cadavere, lo seppellirono e andarono a informare Gesù.
Ger 26,11-16.24
In quei giorni, i sacerdoti e i profeti dissero ai capi e a tutto il popolo: «Una condanna a morte merita quest’uomo, perché ha profetizzato contro questa città, come avete udito con i vostri orecchi!».
Ma Geremìa rispose a tutti i capi e a tutto il popolo: «Il Signore mi ha mandato a profetizzare contro questo tempio e contro questa città le cose che avete ascoltato. Migliorate dunque la vostra condotta e le vostre azioni e ascoltate la voce del Signore, vostro Dio, e il Signore si pentirà del male che ha annunciato contro di voi. Quanto a me, eccomi in mano vostra, fate di me come vi sembra bene e giusto; ma sappiate bene che, se voi mi ucciderete, sarete responsabili del sangue innocente, voi e tutti gli abitanti di questa città, perché il Signore mi ha veramente inviato a voi per dire ai vostri orecchi tutte queste parole».
I capi e tutto il popolo dissero ai sacerdoti e ai profeti: «Non ci deve essere condanna a morte per quest’uomo, perché ci ha parlato nel nome del Signore, nostro Dio». La mano di Achikàm, figlio di Safan, fu a favore di Geremìa, perché non lo consegnassero al popolo per metterlo a morte.
Lascia un commento